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Le indagini dell'investigatore Philo Vance

Philo Vance, l’investigatore creato da Van Dine, è senz’altro il più raffinato tra quelli che videro la luce negli anni Venti. Colto e affascinante, ha una sola, grande passione: l’arte. Possiede una collezione, nel suo appartamento sulla Trentottesima Est a New York, pieno di esemplari di arte orientale e occidentale. La sua figura aitante è impreziosita da un accessorio, il monocolo, che non è un semplice capriccio un po’ snob: gli serve per lavorare, per osservare tutti i possibili particolari di una “scena del crimine”. A Vance, il giornalista Van Dine arrivò costretto da una malattia che lo obbligò al riposo assoluto, durante il quale naturalmente non fece altro che leggere, appassionandosi soprattutto ai polizieschi, da Poe a Conan Doyle a Leblanc. Alla fine era diventato un esperto, un “teorico” del giallo: a lui si deve infatti il famoso canone delle Venti regole per il delitto d’autore apparso nel 1928 su «American Magazine» («1. Il lettore deve avere le stesse possibilità di risolvere il mistero che ha l’investigatore. Ogni indizio e ogni traccia debbono essere accuratamente descritti e annotati; 2. Il lettore non deve essere oggetto di trucchi e raggiri diversi da quelli che il criminale usa legittimamente nei riguardi dell’investigatore…» e via dicendo). Poi decise di buttarsi e si mise a scrivere di uno strano omicidio avvenuto a Wall Street risolto da un detective con il monocolo. Philo Vance piacque subito, e visto il grande successo del primo libro, Van Dine ne scrisse altri undici, fino alla morte, giunta al termine di una vita tormentata ma da nababbo: grazie all’amico Vance, aveva conquistato fama e dollari a milioni.

ISBN: 9788854168435 - Pagine: 1392 - classici n. 487 - Argomenti: Classici moderni - Narrativa straniera - Classici - Letteratura
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