Intrighi politici, spie e amori inconfessabili
Quale segreto nasconde l'amante di Stalin?
Un grande romanzo di Marek Halter
Giugno 1950, la commissione McCarthy, che in piena caccia alle streghe sta falciando carriere e vite innocenti con il pretesto di sgominare “attività antiamericane”, porta in tribunale una donna di nome Maria Apron, accusata di essere entrata negli Stati Uniti con un passaporto falso e di aver assassinato un agente segreto americano in missione in Unione Sovietica. Per difendersi, Maria non ha altro che i propri ricordi, e li userà, nei cinque giorni del suo interrogatorio, per imporre la sua verità e salvarsi la vita. Marina Andreieva Gusseiev, questo è il suo vero nome, inizia la confessione con una rivelazione sconvolgente: sì, ha conosciuto Stalin, è stata anche la sua amante… e quella storia ha distrutto tutti i suoi sogni. Perché proprio per sfuggire al dittatore, nel 1932, la donna, all’epoca una giovane promessa del teatro moscovita, era stata costretta ad abbandonare per sempre la sua carriera e la sua città. E si era ritrovata nel Birobidjan, la regione autonoma ebraica creata in Siberia da Stalin, dove aveva scoperto la grande vitalità della cultura yiddish e trovato l’amore. Era un dottore americano, si chiamava Michael Apron. Ma la fine della seconda guerra mondiale modifica gli equilibri: gli americani, vecchi alleati, diventano nuovi nemici. Accusato di spionaggio, Michael viene rinchiuso in uno dei gulag più terribili e, per salvarlo, Marina decide di sfidare l’inferno…
Dalle stanze segrete del Cremlino alla repubblica ebraica creata da Stalin in Siberia, dal gulag alle prigioni dell’FBI: un’appassionante e commovente epopea
«Halter ha usato con grande abilità la formula del giallo ma la sua intenzione è un’altra e la suspance non è da cercare in un delitto. Attraverso i ricordi, che Marieva sul banco degli imputati è costretta a tirar fuori per difendersi, mette insieme pezzi della personalità di Stalin e di un’epoca fatta di gulag e Lubjanka.»
Alessandra Rota, La Repubblica
«Sa di cosa scrive, Halter, e sa anche come scriverlo, perché ha provato sulla sua pelle che la salvezza a volte passa attraverso le parole.»
Raffaella Silipo, Tuttolibri La Stampa
«Un viaggio implacabile tra passato e presente, citazioni e ricordi, sui vari palcoscenici e dietro le quinte che ci impone la vita, quelle teatrali, quelle politiche, quelle dell’amore.»
Raffaella Silipo, Tuttolibri La Stampa
Hanno scritto di Il cabalista di Praga:
«Marek Halter racconta la storia del mostro d’argilla e del rabbino che lo creò. Per denunciare i rischi della fede quando si trasforma in potere.»
Dario Fertilio, Corriere della Sera
«Un romanzo storico che alterna realtà e leggenda per ricostruire la vicenda del Gran Rabbino di Praga, (…) il quale grazie al sapere della cabala, creò il Golem, il gigante d’argilla destinato a difendere gli ebrei del ghetto dai loro persecutori.»
Fabio Gambaro, la Repubblica
«Halter firma un romanzo prezioso che mescola avventura, fantasia e spiritualità.»
Le Figaro