Laguna di Comacchio, dicembre 1954. Il guardiano di valle Baràba, in perlustrazione durante una rigida notte della Vigilia, si imbatte in una mano congelata che spunta dall’acqua, e stringe uno straordinario cimelio etrusco tra le dita. Nell’appropriarsene, l’uomo viene coinvolto in una serie di raccapriccianti sventure in cui si intrecciano i furti dei tombaroli e l’avverarsi di antiche superstizioni legate al culto dei morti. In questo racconto Simoni si cimenta per la prima volta con il genere gotico.
Questo racconto si trova anche nella raccolta Giallo Natale