«È un peccato che la parte migliore della nostra vita venga all’inizio e la peggiore alla fine». È stata questa frase di Mark Twain a dare a Francis Scott Fitzgerald l’ispirazione per Il curioso caso di Benjamin Button. Resa celebre dall’omonimo film con Brad Pitt, quella di Benjamin è un’esistenza al contrario: nasce con l’aspetto di un uomo anziano e ringiovanisce con il passare degli anni. Una trovata divertente, che il genio dell’autore trasforma in occasione per riflettere su ciò che consideriamo lineare e ordinario. Scambiati, reinventati e sovrapposti, gli estremi dell’infanzia e della senilità si toccano fino a combaciare, mostrandoci un personaggio che – come forse tutti – vive al suo meglio nel tumulto del tempo di mezzo. Lo accompagnano in questo volume altre tre “Fantasie” tratte dai Racconti dell’età del jazz: Il diamante grosso come l’hotel Ritz, Tarquinio di Cheapside e La strega rossiccia, tasselli di un’epoca in cui il lusso e la ricchezza accendevano illusioni e desideri – quegli anni Venti di cui Fitzgerald è il cantore indiscusso.