Considerazioni sul peccato, il dolore, la speranza e la vera via e Gli otto quaderni in ottavo
Edizioni integrali
Negli Otto quaderni in ottavo, che Kafka andò compilando tra il 1917 e il 1918, si trovano appunti, aforismi, pensieri, stralci di diaristica e frasi che sembrano brani di fulminanti racconti: fu Max Brod a darli alle stampe, salvandoli dall’oblio a cui Kafka li avrebbe destinati. Ma tra quelle carte private spiccano le Considerazioni sul peccato, il dolore, la speranza e la vera via, perché fu l’autore a ricopiarle in bella grafia (pur senza averne ultimato la revisione). Che cos’è la misteriosa «vera via»? Appare come il frutto di un indefesso lavoro di ascesi e di una illuminata e dolorosa meditazione sul senso ultimo della vita: perciò essa è a un tempo prossima e inafferrabile, quasi ostile all’uomo eppure contraddittoriamente salvifica. Nelle sue stesse, enigmatiche parole: «Da un certo punto in là non c’è più ritorno. È questo il punto da raggiungere».
La vera via passa su una corda, che non è tesa in alto, ma rasoterra. Sembra fatta più per inciampare che per essere percorsa.