Centouno luoghi attraverso i quali intraprendere un viaggio nella gastronomia romana, passeggiando tra arte, storia e letteratura. Un'occasione per riscoprire antiche ricette nate dalla fantasia e dalla passione di chi, amalgamando ingredienti poveri, si è divertito a prendere in giro il potere dei ricchi e la loro abbondanza. Nelle osterie capitoline si respira spesso la nostalgia di un tempo in cui tutto era diverso: «Era meglio prima», si sente echeggiare tra le cucine, dove il desiderio di conservare le tradizioni si fonde con il talento, tipico dei romani, di trasformare la pigrizia in virtù e la lentezza in un incedere fiero. Ogni osteria ha una storia a sé, fatta di passione per un mestiere che spesso viene tramandato di generazione in generazione. Visitandole si giunge alla conclusione che sono luoghi dell'anima dove è ancora possibile saziare la fame di cibo e di umanità.
«Tra una carbonara e una cacio e pepe, le autrici descrivono non solo le qualità del cibo ma, soprattutto, quelle degli osti, vere attrazioni di queste locande, acerrime nemiche dei fast food.»
Il Venerdì di Repubblica
Sfoglia questo libro e scoprirai dove gustare:
- l'autentica amatriciana di Roma
- rigatoni con la pajata indimenticabili
- la carbonara più gustosa della capitale
- cacio e pepe: semplicemente irripetibili
- fave, pecorino e un bel bicchier di vino
- i carciofi alla giudìa più croccanti del ghetto
- il signore degli antipasti: il filetto in pastella
- specialità: coda alla vaccinara
- le più fantasiose varianti dell'abbacchio
- direttamente dai castelli: la nobile porchetta
e tante altre ricette condite dalle storie e dagli aneddoti più curiosi e pittoreschi degli osti romani.
TG2 Eat Parade (dal minuto 9'15'') - 4 dicembre 2009