Benedetto Marzullo


(1923) ha studiato a Firenze, con Giorgio Pasquali. Dal 1953 ha insegnato nelle Università di Firenze, Padova, Cagliari, Bologna, Roma (II). Ha istituito nel 1966 la rivista "Museum Criticum", pubblicandone trentacinque annate; dal 1970 è nel Comitato coordinatore di "Philologus". Dal 1969 ha promosso e guidato, a Bologna, quel Corso di Laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (D.A.M.S.), che oggi ha prodotto repliche straripanti nelle patrie Università, ha collaborato alla creazione di un'analoga e perfezionata struttura a Berlino (la Hochschule der Künste, che ingloba Architettura, Accademia di Belle Arti, Conservatorio. Si è dedicato alla drammaturgia classica, ai meccanismi della scena, all'evoluzione della scrittura teatrale. Epica, lirica, la connessa Lessicografia (antica e bizantina) lo hanno ulteriormente impegnato, ha pubblicato due Concordanze a Omero (1962), una ad Aristofane (1973). Dal 1945 si è occupato di letterature contemporanee, con interventi critici e traduzioni, a tenuto conferenze e seminari in numerose Università, italiane e straniere. Tra le sue opere, Il problema omerico (1952- 1970), La commedia classica (1955), organica scelta di traduzione ad opera di singoli specialisti, Studi di poesia eolica (1958), Frammenti della lirica greca (1967), I sofismi di Prometeo (1993), la traduzione di tutto Aristofane (1968), traduzione e testo del Misantropo di Menandro (1959). Del 1994 è la traduzione de Il Maestro del "Prometeo", per il Teatro Greco di Siracusa. Negli Scripta Minora (2 voll., Hildesheim 2000) è una larga scelta di contributi (tecnici e "stravaganti").

Acarnesi - Cavalieri - Nuvole - Vespe - Pace - Uccelli - Tesmoforiazuse - Lisistrata - Rane - Ecclesiazuse - Pluto

Traduzione scenica, testo greco e appendice critica di Benedetto Marzullo

Aristofane è un’onda fluida, generosa, invadente di riso: ma anche di attonita, sommessa pietà. Nelle sue commedie c’è malinconia, tanto più aguzza quanto sfrenato è lo sfogo: c’è un rifiuto del mondo, fragoroso, violento, offensivo. C’è la progressiva, struggente scoperta di una vitale radice, personale ma inalienabile: estremo rifugio e risorsa dell’uomo. Producendo esplosioni insaziabili di comicità, Aristofane spazia sovrano: dallo sberleffo all’ironia, dalla deformazione implacabile all’umorismo, aggressivo ma estroso, inventivo, più spesso...