François Rabelais


(Chinon, 1483 o 1494 – Parigi, 9 aprile 1553), scrittore e umanista, è considerato il maggior esponente di quel particolare filone della cultura rinascimentale definito come Anticlassicismo o Antirinascimento, che rifiutando le norme tematiche e linguistiche dei generi “alti”, come la lirica amorosa petrarchista o l’epica cavalleresca, predilige tutto ciò che è “basso”: il cibo, il vino, il sesso, le espressioni del corpo, contraddistinguendosi, sul piano linguistico, per una grande ricchezza e  creatività verbale. Fu frate francescano e benedettino ma non si piegò alle regole monastiche e verso il 1528 abbandonò l’abito per frequentare l'università. A Parigi studiò medicina. Condannato dalla Sorbona, pubblicò i suoi libri con uno pseudonimo. La sua opera fu inserita nell’Index Librorum Prohibitorum. Reintegrato nella Chiesa grazie all’amicizia con un cardinale, divenne parroco, carica dalla quale si dimise a pochi mesi dalla morte, avvenuta a Parigi nel 1553.

Introduzione di Emanuele Trevi
Edizione integrale


Gargantua e Pantagruele, uno dei grandi classici che, come il Don Chisciotte di Cervantes, fondarono il romanzo moderno, è composto da cinque volumi scritti da François Rabelais nella prima metà del 1500. L’opera racconta le avventure di due giganti, Gargantua e suo figlio Pantagruele, con un linguaggio semplice e vivace, uno stile stravagante e satirico e un umorismo che fa perno soprattutto sul corpo e sulle sue funzioni. Il primo libro, Pantagruele, venne pubblicato e acclamato nel 1532. In seguito al successo dell’opera, l'autore firmò un secondo romanzo, nel 1534, dal titolo Gargantua. I tre libri che seguirono raccontano i viaggi strabilianti dei protagonisti per le terre più...