Marcello Simoni «Il bello della storia è che non smette di parlarci di noi e del presente»


Tra intrighi e colpi di scena, per l'estate arriva in libreria il nuovo romanzo di un autore italiano letto in tutto il mondo. Una vicenda che affonda le radici nel Medioevo

«Alcuni fatti si ripropongono nel tempo come il movimento di un pendolo», ricorda con Vero l'autore de L'enigma dell'Abate Nero

di Virginia Perini

Avventure, intrighi, storie da lasciare con il fiato sospeso. Se stiamo già stilando la lista dei romanzi da leggere in spiaggia, ecco una buona notizia: arriva in libreria il nuovo volume della Secretum Saga di Marcello Simoni, da qualcuno già definirò "il nostro Ken Follett". Ambientala nel Quattrocento, con il giovane ladro Tigrinus come protagonista, la storia non è un semplice giallo medievale ma un'opera innovativa capace di coinvolgere anche il più refrattario dei lettori contemporanei che, abituati al ritmo incalzante di film e serie Tv, si allontanano pian piano dalla letteratura. 

Siamo nell'estate del 1461 sul Mar Ligure. Angelo Bruni, diventato mercante navale e all'occorrenza contrabbandiere, abborda una nave proveniente da Avignone, intenzionato a saccheggiarla. A bordo di quell'imbarcazione, però, si nasconde una spia informata di un complotto ordito ai danni del noto cardinal Bessarione. Deciso a sfruttare a proprio vantaggio quell'informazione, Angelo pianifica di correre in soccorso del prelato, che si trova a Ravenna, per derubarlo delle sue ricchezze con l'aiuto del ladro Tigrinus. Ma il colpo non andrà come previsto e Tigrinus raggiungerà Ravenna da solo per un susseguirsi di incredibili avventure. Sullo sfondo, inquietante come il nome che lo descrive, ecco svilupparsi L'enigma dell'Abate Nero che, tra l'altro, dà il titolo al romanzo edito da Newton Compton, il terzo della saga dopo L'eredità dell'Abate Nero (2017) e Il pano dell’Abate Nero (2018).

Così, mentre c'è ancora chi è convinto di doversi affidare alla narrativa straniera per leggere un giallo storico in grande stile, Marcello Simoni, autore affermato anche di altre saghe, prova a recuperare l'eredità di Umberto Eco e, mettendo d'accordo la critica, diventa un punto di riferimento internazionale per il romanzo storico, conquistando anche la stima di nomi cult come Glenn Cooper, che lo ha definito «un autore imperdibile». 

Per lo scrittore e archeologo di Cormacchio (Ferrara) è nato tutto così: «Stavo cercando un soggetto nuovo per raccontare il 1400 dal basso: dalla strada, dai bordelli, dai mercati invece che dai palazzi nobiliari come sempre avviene», ci racconta con la passione negli occhi e nella voce. «Volevo far conoscere quella storia che non viene insegnata a scuola ma è ricca di fascino e curiosità. Così dallo studio delle fonti dei bassifondi del Medioevo è nato Tigrinus, un ladro dall'animo leale e dotato di una profonda intelligenza: un personaggio un po' Ro bin Hood e un po' Lupin, ispirato all'italiano Ghino di Tacco». 

Archeologia e scrittura, infatti, sono per Simoni due facce di una stessa medaglia che gli permettono di dare vita a opere culturalmente rigorose ma dinamiche e coinvolgenti: «Mi documento sulla realtà storica che devo raccontare e la ricostruisco a partire dalle immagini. Il mio obiettivo è compiere un gioco di prestigio che consiste nell'alleggerire la lettura e avvolgere il lettore con una narrazione emozionante». Simoni sa perfettamente quello che serve oggi: «Gli schemi narrativi precedenti, come quello de II nome della rosa, sono tipici degli anni Ottanta, l'era pre-Internet, dove c'era l'esigenza professionale di spiegare le cose ai lettori con lunghe descrizioni e pagine "pesanti". I lettori avevano una resistenza alla lettura diversa, più lunga, oggi siamo più distratti e la sfida per noi scrittori è spinta ad altissimi livelli».

Il segreto? «Venire a patti con il mondo contemporaneo e utilizzare le possibilità che ci offre per fare un lavoro fatto bene: libri fruibili a tutti ma perfetti anche per i lettori più attenti». E aggiunge: «Viviamo in un mondo che culturalmente si sta impoverendo, purtroppo, dove in molti non distinguono il Medioevo dal mondo inventato de Il Trono di Spade e credono che l'espressione "The winter is coming" (frase celebre della stessa serie) abbia qualcosa a che fare con l'Apocalisse! Tocca a noi ridiffondere la passione per arte e storia». Ma non è tutto. Tra le pagine di Simoni si riflette anche sull'attualità, sempre attraverso l'indagine storica. «Alcune cose si ripropongono nel tempo come il movimento di un pendolo. Proprio questo romanzo, per esempio, è ambientato a Ravenna nel momento in cui Costantinopoli è caduta sotto l'invasione dei Turchi e molti stanno cercando la fuga nel mare Adriatico. Scappano e si rifugiano a Venezia e nella stessa Ravenna. Ma Venezia non vuole dare accoglienza e spinge più a Sud questa ondata migratoria. Ci ricorda qualcosa? La situazione è molto simile a quella di oggi. E questo è il bello della storia: non smette mai di parlarci di noi».

Fonte: Vero 27/06/2019


27/06/2019

Scarica file PDF allegato