Va’ dove ti porta il romance


Elena Armas – L’intervista

Va’ dove ti porta il romance

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di Carlotta Beretta, Jasmine Lassoued e Benedetta Miarelli (@carlottaaberetta, @jajaisreading, @benedettamiarelli0)

 

L’hanno definita il fenomeno romantico di TikTok. Il suo esordio narrativo, Facciamo finta che mi ami, ha raggiunto200 milioni di visualizzazioni e venduto più di cinquecentomila copie. Elena Armas, spagnola, classe 1990, ingegnera chimica, ha autopubblicato il suo primo romanzo, proprio come molte altre scrittrici bestseller, da Colleen Hoover a Tillie Cole. Newton Compton ha appena pubblicato il sequel, Facciamo finta che non finirà, un altro romance che sta conquistando le booktoker. Tre di loro hanno intervistato Armas in esclusiva per Robinson. 

 

La community Booktok ha rivoluzionato le classifiche: cosa pensa del rapporto tra lettura e social e com'è cambiato il suo modo di stare sulle piattaforme dopo l'esplosione che la sua opera prima ha avuto su Tiktok?

«Prima di autopubblicare Facciamo finta che mi ami, ero una blogger di libri con un pubblico relativamente vasto. Quando il mio debutto è diventato virale su TikTok, ero appena sbarcata in app ma avevo già anni di esperienza con altre piattaforme come Twitter e Instagram. Questo mi ha sicuramente aiutato ad adattarmi alla nuova vita che l'ondata di popolarità mi ha aperto innanzi. Penso che il modo in cui Booktok ha cambiato il gioco sia fantastico. I lettori di romance non hanno più paura o vergogna di essere appassionati del genere: gli stereotipi e i tabù sono stati lasciati indietro. Ne sono veramente felice». 

 

Che cos'è oggi il romance?

«È un viaggio di amore, passione, connessione emotiva, intimità, consapevolezza e scoperta di sé. Il genere romantico non riguarda la destinazione, ma il bellissimo viaggio che ti porta lì». 

 

Lei è un'autrice spagnola ma scrive in inglese: come mai? Cosa significa per lei pensare le storia in un'altra lingua?

«Ho lasciato la Spagna subito dopo la laurea e quando ho iniziato a scrivere Facciamo finta che mi ami vivevo all'estero da quasi un decennio. Scrivere in inglese mi è venuto naturale. C'è più di una lingua che convive nel mio cervello». 

 

Lei è laureata in ingegneria chimica: c'è un legame tra le materie scientifiche e la sua passione per la scrittura?

«Ho studiato ingegneria chimica perché credevo fosse la cosa migliore per il mio futuro. Fortunatamente, avevo affinità sia con la scienza sia con la letteratura. Mentre studiavo, non ho mai abbandonato la lettura. È la mia vera passione e mi ha portata a diventare quella che sono». 

 

Quindi diventare scrittrice era un suo sogno nel cassetto?

«Scrivere era più un'idea astratta, era nella lista di cose che mi sarebbe piaciuto provare un giorno. Ero già molto contenta di essere un'avida lettrice e una blogger. È stato solo quando ho scritto la prima bozza di Facciamo finta che mi ami che ho preso coraggio: da quel momento ho iniziato a sognare di diventare una scrittrice». 

 

Scrive romance, ma da lettrice che genere preferisce?

«Quello romantico in tutti i suoi sottogeneri: l'ho amato da sempre, ben prima che dessi una possibilità alla mia scrittura di venire fuori. Rimane ancora oggi il mio preferito». 

 

Quando ha deciso di scrivere "Facciamo finta che non finirà" e perché? Dopo il successo di "Facciamo finta che mi ami" per accontentare i lettori, oppure era già previsto? Ha intenzione di scrivere un altro romanzo sugli stessi personaggi?

«Sapevo che avrei regalato a Rosie un lieto fine già quando ho finito di scrivere Facciamo finta che mi ami. Ma comunque, se i miei libri si rivelassero qualcosa che piace ai lettori, proverei a scrivere anche per far contenti loro. In questo momento non ci sono piani certi per altri romanzi con questi personaggi, ma sarei felice di incontrarli di nuovo in futuro». 

 

Cosa differenzia le protagoniste dei suoi due romanzi, Catalina e Rosie?

«Catalina sembra prendere le cose meno sul serio e ridere ad alta voce della vita, ma è stata incredibilmente ferita e non si fida facilmente. Dall'altra parte, c'è Rosie, che è solidale, emotiva, gentile e offre sempre un sorriso prima di far sapere cosa pensa. La principale differenza tra Catalina e Rosie sono i viaggi che le hanno portate dove sono. Quello che invece le accomuna è la loro forza interiore e la loro speranza». 

 

Come mai il suo primo romanzo è ambientato a New York?

«È una città che ho adorato e ho pensato che sarebbe stata un'ottima ambientazione per un romanzo rosa». 

 

La Bcdf Pictures ha acquisito i diritti per portare al cinema "Facciamo finta che mi ami": sarà fedele al libro? 

«Dopo aver letto la sceneggiatura dell'adattamento cinematografico, posso dire con assoluta certezza che sarà fedele al romanzo


22/04/2023

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