Stefania Castella intervista Luca Giansanti per Visto.
È uno dei volti più noti in ambito veterinario del web e della Tv. Il dottor Luca Giansanti, medico veterinario di Roma dalla incomparabile capacità comunicativa, è protagonista de La clinica degli animali la rubrica del programma I Fatti Vostri in onda su Rai 2. Empatico e grande divulgatore, ha raggiunto oltre 300.000 follower su social network con il profilo @dr.luca_vet e attraverso il manuale Ogni gatto ne va matto (Newton Compton editori) accompagna passo dopo passo in tutti gli aspetti fondamentali della vita dei felini. Dallo svezzamento agli inconvenienti dell’anzianità, aiutando a sfatare falsi miti e luoghi comuni che possono risultare dannosi e controproducenti.
Dottore quando nasce e da dove proviene il suo amore per i quattrozampe?
«Chi fa un lavoro come il mio deve avere una grande passione di fondo. L’esperienza fa acquisire la sensibilità necessaria a comprendere alcune situazioni, ma di fondo ci deve essere un amore spassionato per la natura e per la vita. E per tutti gli esseri viventi. Per quanto riguarda il mio percorso, sono nato e cresciuto in mezzo ai cani e ai gatti, mi sono preso cura di loro sin dalla tenera età. A sei anni, per esempio, proteggevo i miei gatti dal vento, uscendo in balcone e nascondendoli sotto il k-way della scuola calcio. Ho affrontato situazioni difficili ancor prima di scegliere questo mestiere: ricordo bene quando, il giorno della grande nevicata a Roma, ho seppellito il mio primo amico a quattro zampe nel giardino in cui ancora tiravo quattro calci a un pallone. Poi sono arrivati l'amore per la scienza, la curiosità della scoperta, la brama di conoscenza e la passione per la medicina: tutte cose che mi hanno spinto a diventare quello che sono, e penso che a un medico, umano o veterinario che sia, non possano mancare queste caratteristiche, non solo per essere sempre un bravo professionista, ma soprattutto per svegliarsi la mattina con la voglia di continuare a fare quello che fa! Tuttavia, solamente al terzo anno di Università mi sono convinto che, "da grande", avrei fatto il veterinario e che la medicina interna sarebbe stata il mio pane quotidiano. Infine, tra i motivi che mi spingono ogni giorno a dedicare tutto me stesso a questo lavoro, ci sono gli sguardi delle migliaia di animali che incontro, che hanno sempre qualcosa da dire e che sanno sempre suscitare sentimenti fortissimi».
Colpisce molto il focus su falsi miti e leggende popolari che su queste meraviglie feline si sprecano. Ce n'è una che resiste più di tutte? E come si scardinano le false credenze?
«Combattere i falsi miti significa far prevalere la scienza sulle superstizioni, qualcosa che reputo molto importante. Una delle credenze popolari più radicate è che i gatti non siano compatibili con le donne incinte. Questa convinzione si basa sul pericolo che i gatti possano trasmettere la toxoplasmosi, però dimentica un aspetto fondamentale, ovvero che il gatto non trasmette questa malattia con il graffio o il morso: la toxoplasmosi viene trasmessa infatti attraverso le feci del gatto o alimenti da esse contaminati. Perciò, basta essere attenti all'igiene per rendere la convivenza tra gatti e donne incinte perfettamente sicura».
Cani e gatti popolano le abitazioni in numero crescente da tempo. Secondo lei esiste una consapevolezza diversa nei loro confronti negli ultimi anni?
«Assolutamente si. I gatti stanno superando i cani come animali da compagnia perché sono meno impegnativi, più autonomi: questo fa sì che le persone possano evitare di alterare i propri bioritmi e le proprie abitudini a causa della presenza di un gatto in casa. Negli ultimi anni, sia la medicina che la conoscenza del comportamento dei gatti hanno fatto passi da gigante, e le persone sono più consapevoli di tutto quello di cui questi animali hanno bisogno. Il libro infatti serve anche a questo: a sfatare i miti e a mettere in chiaro i bisogni che devono essere assecondati per avere un'ottima convivenza tra uomo e felino».
Grazie ai social network la voce di professionisti come lei è diventata ancora più immediata. Muoversi nelle Rete in qualche modo ha reso il suo lavoro più agibile?
«I social network offrono ottime opportunità, ma è un lavoro diverso da quello pratico. Per me, utilizzare il social è un'esperienza nata come un divertimento, ma poi è subentrata la volontà di diffondere alcune nozioni di base che è necessario conoscere. Sono derivate consulenze a distanza, consulti e anche problemi di "affollamento", perché non è facile mantenere attivo un profilo da 100 mila follower. Si ricevono tanti commenti, e dovendo lavorare in tante strutture come ecografìsta e medico di pronto soccorso, si tratta certamente di un impegno non da poco!».
Perché scegliere un gatto e in generale che spinta bisogna ascoltare quando si decide di accogliere in casa un nuovo amico a quattro zampe?
«Si sceglie il gatto perché si conosce la specie. Il libro serve anche ad aiutare le persone che vogliono sapere qualcosa di più, quelle che pensano di conoscere il gatto ma vogliono approfondire. Per esempio, ce chi è innamorato dei gatti e sente il bisogno di averne più di uno. Questa voglia di circondarsi di amici baffuti però non è sempre un bene, perché è importante che i gatti siano in armonia tra loro. I gatti hanno bisogno dei loro spazi e dei loro bioritmi. Si devono sempre conoscere le reali necessità del gatto, e bisogna anche essere consapevoli delle proprie capacità e possibilità: se si ha il giardino, se si può stare in casa e se si ha tempo da dedicare al gioco attivo e passivo».
Cosa resta al letto quando arriva all'ultima pagina del suo libro? Cosa lo ha ispirato e soprattutto: qual era l'obiettivo prefissato?
«L’obiettivo di questo libro è quello di consegnare al pubblico una lettura divertente, ma che metta anche a disposizione di tutti le conoscenze scientifiche necessarie per gestire al meglio il proprio gatto. Che si parli di malattie o di quante lettiere avere in casa, per me è importante che le persone siano sempre consapevoli e preparate».
01/12/2022