Matteo Strukul - La congiura delle vipere


Un giustiziere infilza la nebbia di venezia

Matteo Strukul torma alle sue predilette ambientazioni lagunari con un giallo ambientato nel Seicento. Padrona della scena è la misteriosa figura mascherata, abile con la spada che difende la Serenissima da minacce interne ed esterne

di Marco Ostoni su La Lettura

Ancora Venezia è la grande protagonista del nuovo romanzo storico di Matteo Strukul, che rispetto alle vicende raccontate nella fortunata trilogia incentrata sulla figura del Canaletto nell'inconsueta veste di investigatore (Il cimitero di Venezia, Il ponte dei delitti di Venezia e La cripta di Venezia, pubblicati fra il 2022 e il 2024), con La congiura delle vipere compie un balzo indietro di poco più di un secolo, facendo atterrare la sua macchina del tempo negli anni caldi del conflitto tra la Serenissima, già indebolita dalle scorrerie dei temibili corsari uscocchi, e gli austriaci, con l'assedio a Gradisca e la congiura spagnola di Bedmar (1616-1617) a far da sfondo e ulteriormente articolare l'intreccio.

Come sempre, lo scrittore padovano incastona le sue vicende di fantasia in un quadro storico accuratamente ricostruito. Un quadro frutto di attente letture e approfondite indagini bibliografiche, rendicontate a fine volume in modo da offrire anche ai lettori interessati la possibilità di approfondire il singolo tema/contesto senza le suggestioni della finzione narrativa.

In linea generale, rispetto ai precedenti libri ambientati a Venezia da Strukul, il romanzo stinge la coloritura noir e stempera gli aspetti tipici del thriller, presentandosi piuttosto come un feuilleton picaresco — ed è lo stesso autore ad ammetterlo nella nota conclusiva —, con pagine dalle tinte forti quando non decisamente pulp e che paiono risentire di un immaginario condizionato da certa recente cinematografia a stelle e strisce.

La congiura delle vipere e costruito come un testo corale al cui centro campeggia anzitutto la figura di un giustiziere mascherato che si fa chiamare el caigo («la nebbia» in dialetto) e che viene additato come «lo Spettro di Venezia» pervia del suo abito lugubre e della capacità di apparire e scomparire all'improvviso laddove ci sia bisogno di agire contro malvagi e attentatori alle sorti della Repubblica.

Il «fantasma» è altresì un abile spadaccino, vero maestro nella preparazione di veleni, ed è fedele a Venezia e al suo doge al punto da arrivare a stringere patti con le locali forze di polizia pur di riuscire a difenderli da congiure e attentati.


19/10/2025

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