GUIDA AL GIAPPONE CHE NON TI ASPETTI


In un vademecum curioso e non scontato, Antonio Moscatello ci aiuta a decifrare vecchi e nuovi miti di un Paese che fa tendenza. Ora più che mai

Ilaria Zaffino su Repubblica.it

 

Romanzi, manga, anime, l’arte e anche la musica. Ora che sono arrivate pure le Olimpiadi, il Giappone non è mai stato così vicino. Certo sono anni che esercita su di noi il suo fascino letterario, cinematografico, di costume, sospeso com’è tra modernità e tradizione, spiritualità e consumismo sfrenato. Ma questo è il Giappone che crediamo di conoscere, e anche molto bene. Nei giorni in cui i riflettori del mondo sono puntati su Tokyo è arrivato il momento di scoprire invece anche quei lati più nascosti (a molti) che ruotano intorno all’amore, al sesso, all’immaginario visivo di questo paese che ora come mai fa tendenza. Ci aiuta nell’impresa Antonio Moscatello, giornalista e scrittore esperto di Asia e di Giappone in particolare, dove ha studiato e vissuto, e che a pochi giorni dall’inizio dei Giochi ha dato alle stampe il suo ultimo libro, A tutto Giappone, pubblicato da Newton Compton: sottotitolo Amore, sesso, vecchi e nuovi miti nel Paese che fa tendenza. Una guida “culturale” che ci accompagna alla scoperta di quel – tanto o poco – che del mito nipponico ci resta da mettere a fuoco, ma soprattutto che “punta a raccontare il Giappone visto dal suo lato emotivo”, come mette subito in chiaro l’autore, parlando di arte, di letteratura, di cinema, di cucina, ma anche di moda, di design e ovviamente di sport. Ma soprattutto disseminando il racconto di aneddoti e curiosità di cui fare tesoro. Vediamone qualcuno.

Il bacio questo sconosciuto


È proprio dall’amore che questa insolita guida prende le mosse, amore che se ovunque è complicato in Giappone sembra esserlo ancora di più: provate a chiedere a quanti hanno avuto una storia con un giapponese, uomo o donna che sia, per averne la conferma, invita a fare Moscatello. Diverse sono infatti le modalità di comunicazione e di espressione del sentimento. A cominciare dal bacio, questo sconosciuto, che in Giappone non esisteva almeno fino al Ventesimo secolo e che arriva attraverso la letteratura e il cinema.

Come un wrestler fece decollare la tv


Tra le chicche che non tutti gli appassionati di Giappone sicuramente conoscono ce ne è una che lega l’ascesa della tv negli anni Cinquanta proprio al wrestling: d’altronde non c’è da meravigliarsi, dal momento che il copione degli incontri era fatto in modo da esaltare il sentimento nazionalistico. Ed è alla fine dello stesso decennio che inizia l’epoca d’oro dei dorama, i nostri sceneggiati: fiction rivolte a un pubblico principalmente femminile, che a partire dagli anni Novanta ha abbassato la fascia d’età conquistando le ventenni.

Ti conosco mascherina


Non solo manga, però. Anche la moda, il design e soprattutto lo sport giapponese meritano di essere conosciuti. E sin da tempi non sospetti, quando ancora non si parlava di Covid 19 e in Occidente le mascherine protettive le utilizzavano solo i chirurghi, il Giappone coltivava già una cultura della maschera. Sicuramente legata alla proverbiale timidezza, o hitomishiri, alla paura di arrossire, di sostenere lo sguardo altrui, all’ansia rispetto al proprio aspetto e al proprio odore che in Giappone sono piuttosto comuni. Ma anche a leggende diffuse e spaventose, ricorda Moscatello, che hanno a che fare con il mondo degli yokai, i mostri della tradizione di credenze popolari giapponesi.

A proposito di sport


Anche lo sport è tra le passioni più grandi dei giapponesi, ma spesso non si tratta degli stessi sport che piacciono a noi. Dal sumo al sollevamento di grosse pietre, o chikaraishi, dal kemari – sorta di gioco del palleggio in cui si deve evitare di far cadere la palla a terra – allo yakyu, cioè il baseball giocato nella terra del Sol Levante, l’autore ci accompagna in una bella carrellata sportiva, tra discipline tradizionali e sport più moderni.

 

C’è vita oltre Murakami

Non mancano poi le pagine dedicate al cibo e alla musica, ma soprattutto sono utili i suggerimenti di lettura, perchè non ci sono solo Kenzaburo Oe e Haruki Murakami tra gli scrittori giapponesi che hanno fatto sentire la loro voce. All’ombra di questi grandi narratori, è cresciuta e sta crescendo una generazione di giovani autori che rendono viva, creativa e non scontata la produzione letteraria nipponica. Tra questi Moscatello indica alcuni nomi da tenere a mente, i cui romanzi si trovano anche tradotti in italiano. Per esempio, Hiromi Kawakami che ha già ottenuto diversi riconoscimenti: da segnalare il suo I dieci amori di Nishino (Einaudi). Di Murata Sayaka va invece assolutamente letto il romanzo Kombini ningen, tradotto in italiano in La ragazza del convenience store (e/o). Infine, Furukawa Hideo, per il quale si è parlato anche di Nobel: tra i suoi romanzi pubblicati in Italia uno dei più interessanti è Belka (Sellerio).

 


25/07/2021

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