Alex Connor - Marozia aveva solo quindici anni quando fece di Roma un "pornopapato"


Nel X secolo detto "obscurum" la città era in mano alla potente e spregiudicata famiglia dei Tuscolani. Ma la figlia superò i genitori, diventando concubina di Sergio III e facendo nominare pontefici figli e nipoti

Alex Connor per il Diario di scrittura di Tuttolibri

 

È stata la parola “pornopapato” ad avere attirato in un primo momento la mia attenzione, insieme al nome di Marozia. Incuriosita, ho cominciato a fare delle ricerche e ho scoperto una donna che poteva competere con Messalina e Lucrezia Borgia.

Il Secolo Buio, anche definito l’Età dell’Ignoranza, è un periodo della storia che non ha la rilevanza che merita. Forse sembra troppo distante dagli interessi attuali; ma se guardiamo un po’ meglio, è ricchissima di storie di sesso, inganni, crudeltà e lotte di potere tra la nobiltà e la Chiesa. Ed ecco che torniamo al “pornopapato”.

Cosa ha portato alla creazione di questa espressione? Come ha scritto lo storico Liutprando di Cremona:

 

“…A shameless harlot… whose very mention is

most foul, was holding the monarchy of the

city of Rome, and not in an unmanly way….”

 

In verità, non c’era una, ma due meretrici nella Roma del 908 d.C.: Teodora, la moglie del conte Teofilatto I di Tuscolo, e sua figlia, Marozia. Il clan dei tuscolani era formato da personaggi ambiziosi e spietati, Teofilatto I era diventato vestararius e senator Romanorum, a capo della corte e dell’esercito. Anche se ne sappiamo poco di questo oscuro criminale, possiamo senz’altro dire che era un grande stratega, disposto a uccidere pur di piazzare un proprio parente sul soglio pontificio.

E qui entra in scena quel debosciato di Sergio III. Insieme deposero papa Leone V, facendolo strangolare nel carcere mamertino, dopodiché assassinarono l’antipapa Cristoforo. La via per il palazzo lateranense era ora spianata, e Sergio III afferrò con entrambe le mani la tiara papale, e non fu l’unica cosa che si accaparrò. A quanto pare, la lasciva Teodora, che aveva molti amanti – spesso promuovendo i propri favoriti in posizioni di potere – decise, con il consenso del conte, che era necessario tenere il Santo Padre sotto il loro controllo. In pratica, mettendo al guinzaglio Sergio III. E chi aveva in mano questo guinzaglio? Marozia.

A quindici anni divenne l’amante del papa, sua madre era senatrice e vestaratrix di Roma, e il potere del padre era assicurato dall’infatuazione del pontefice per l’adolescente.

Quando ho cominciato a scrivere il mio romanzo, mi sono chiesta se Marozia sia stata una pedina innocente, un pezzo minore nella partita a scacchi dei Tuscolani. Tuttavia, presto mi è stato chiaro che Marozia era ambiziosa come i suoi genitori. Era anche bugiarda, spietata e promiscua. Pare persino che madre e figlia insieme abbiano visitato dei bordelli per migliorare la propria educazione sensuale… È vero? Chissà. I Tuscolani avevano molti nemici, che li calunniavano. Quel che è certo è che Marozia aveva dei piani per il futuro e il conte e la contessa di Tuscolo faticavano a tenere sotto controllo la loro libidinosa figlia. Non si sa per caso o per intenzione, Marozia rimase infatti incinta di Sergio.

A quel tempo, a Roma si moriva di fame e la città era in rovina, poiché non c’era il denaro necessario per restaurare le glorie del passato. La Chiesa non ne sosteneva il recupero e i Tuscolani erano più interessati a riempire le proprie tasche piuttosto che le casse cittadine. Schiacciati e sottomessi, i romani vivevano in condizioni di grande difficoltà e il fatto che Marozia ostentasse il proprio potere e la propria ricchezza suscitava il loro odio. Accontentata in tutto dal papa e protetta dal clan di appartenenza, la sua ambizione aumentò e così, per estendere il potere della sua famiglia – e il proprio – Marozia sposò Alberico I duca di Spoleto. Il suo nuovo marito era alleato del conte, ma anche lui era affamato di potere, tanto che aveva ucciso il suo stesso zio pur di accaparrarsi il ducato. Fu un matrimonio celebrato dal demonio tra due persone malvagie, egoiste e violente.

Affascinata da quel che stavo scoprendo, ho approfondito i miei studi. Il tumultuoso terreno della storia medioevale andava dissodato… Come lei stessa aveva predetto, Marozia mise al mondo un bambino. E fu a questo punto che la vera misura della sua avarizia e della sua ambizione divenne palese, poiché il figlio non era solo un altro membro dei Tuscolani: Marozia voleva che diventasse a sua volta papa.

Doveva esserle sembrato plausibile. Era stata cresciuta con un padre console e una madre senatrice di Roma, cosa mai vista fino ad allora. Poche donne avevano detenuto il potere che aveva Teodora, e ancora meno controllavano una città e un pontefice. Non c’è traccia nella storia di nobildonne che assegnano la corona papale a uomini che le soddisfano sessualmente. Quindi forse non c’è da sorprendersi che l’indomita Marozia volesse raggiungere – e superare – i risultati raggiunti dai genitori.

Qui si conclude il primo libro dalla trilogia, ma seduzione, guerre, tradimenti e omicidi proseguirono. Marozia passò dall’essere la puttana del papa a diventare senatrice di Roma: furba e audace, scaricò senza mezzi termini la famiglia e il marito. Quanto alla sua progenie, ebbe un figlio, due nipoti e un pronipote e tutti diventarono pontefici. Un bel traguardo, persino un lettore del ventunesimo secolo non può far altro che ammirarla.

Marozia è una criminale? Questa donna così seducente, determinata e intelligente dovrebbe essere disprezzata, considerata alla stregua di Messalina e Lucrezia Borgia? O forse dovrebbe essere classificata come un’eroina, una vittima, che i genitori hanno manipolato affinché corrompesse il papa? Di certo, costituisce un paradosso, e in questo sta proprio il suo fascino. Crudele e subdola, vigliacca e coraggiosa, aveva imbracciato le armi per combattere a fianco del marito. Quindi forse, alla fine, Marozia rappresenta l’età in cui ha vissuto. Nel pantano di fazioni in guerra, brutali punizioni, intrighi, depravazioni e paure, torreggia sulle rovine di Roma ed è stata coinvolta nell’omicidio di alcuni pontefici.

Il suo scopo era controllare una città e dare vita a una discendenza di papi. In questo ebbe successo. La sua ambizione e la sua sensualità la resero ignobile, ma la sua crudeltà la portò a una fine giusta e raccapricciante. 

 

Traduzione di Clara Serretta


11/03/2023

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