Aleksandr Isaevič Solženicyn (1918-2008), laureatosi in matematica e fisica, entrò nell’esercito sovietico. Nel 1945 venne accusato di propaganda antisovietica, arrestato e condannato a otto anni di reclusione. Rilasciato solo nel 1956, dopo altri tre anni di confino si stabilì a Rjazan’, dove insegnò e incominciò a scrivere. Nel 1970 gli venne assegnato il Nobel per la letteratura. Espulso dall’URSS nel 1974, visse in esilio per vent’anni: fece ritorno in Russia nel maggio del 1994. Di Solženicyn la Newton Compton ha pubblicato Padiglione cancro e Una giornata di Ivàn Denìsovič.