Stazione Omicidi. La trilogia «criminale» di Massimo Lugli


Fonte: Il tempo
A cura di Maurizio Gallo

 

Vasile è un ragazzo romeno venduto dai genitori ai rom che vivono in un grande accampamento della Capitale. Flavio è un rampollo di buona famiglia che si crogiola tra gli agi e qualche «vizietto». I loro destini, in teoria lontani anni luce, si incroceranno in un turbine di violenza, sangue, orrore e paura sullo sfondo di una Roma crudele e indifferente, da sempre palcoscenico privilegiato di Massimo Lugli, che questa volta si confronta con una trilogia e rivela una maturità narrativa mai espressa con tanta completezza. La prima puntata del suo ultimo lavoro è «Stazione Omicidi, vittima numero 1» della Newton Compton. Lo «schiavo» dei nomadi e il ricco giovane della borghesia romana si trovano uno di fronte all`altro nella villa del secondo, che Vasile cerca di «ripulire» nottetempo. Ma ha una brutta sorpresa. Flavio lo aspetta con la pistola del padre in pugno e il ladro diventa improvvisamente ostaggio della sua vittima. Il padrone di casa, tuttavia, mostra al romeno un volto che lo straniero non si aspettava. In barba alle sue origini e alla sua ricchezza, Flavio aspira a diventare un criminale, un trafficante di droga, un gangster dei tempi contemporanei. L` escalation di scorribande li porterà ad essere prede ferocemente ricercate dal capo del campo a cui Flavio ha sparato per vendicare le sevizie e le umiliazioni subite dal suo nuovo amico e «guardia del corpo». Non trovandoli, i rom se la prenderanno con la famiglia dell`aspirante narcos romano e, quindi, non contenti, costringeranno i due amici alla clandestinità. A mimetizzarsi tra i barboni della metropoli e a vivere come loro, dormendo sui marciapiedi e nutrendosi alla Caritas. Fino a quando non conosceranno un francese, ex membro del famigeratato «clan dei marsigliesi», che si rivelerà fondamentale per la loro sopravvivenza e per l`evoluzione del loro gruppo criminale. Avvicente, ricco di colpi di scena e scritto con un linguaggio che non indulge mai in eufemismi, «Stazione Omicidi» è un lavoro che mostra un maturita stilistica da novellista navigato raggiunta dell`inviato di «nera» di «La Repubblica». Un libro che, una volta iniziato, non si riesce a mollare e che trascina il lettore fra i vicoli di una città eterna sporca, brutta e cattiva.


13/07/2016