«Romanzi storici il segreto è stupire»


L`INTERVISTA

Fonte: Il Messaggero
A cura di Giulia Ciarapica

Matteo Strukul, fenomeno editoriale del genere con la trilogia de "I Medici", parla del rinnovato interesse dei lettori per il nostro passato: «Grande contributo da Manfredi e Simoni, ma mancava una letteratura sul Rinascimento»

 

Un caso editoriale internazionale made in Veneto, una saga sulla famiglia più famosa del Rinascimento, in corso di traduzione in più di dieci Paesi, oltre 150mila copie vendute. Parliamo di Matteo Strukul e de I Medici («Una dinastia al potere», «Un uomo al potere», «Una regina al potere»), un trionfo per l`autore ma anche per il romanzo storico. Strukul, direttore artistico del festival internazionale del romanzo storico Chronicae, ha tentato di colmare - con un pizzico di luminosa follia - la grande lacuna italiana sul Rinascimento fiorentino, schizzando in vetta alle classifiche.

Perché tanto successo per una saga storica come I Medici? «La gente ha voglia di leggere queste storie, sente l`esigenza di colmare certe lacune sul nostro passato. Come lettore, non trovavo in Italia romanzi sul Rinascimento e sulla famiglia medicea. Molti saggi, spesso di autori stranieri, ma nessun romanzo, salvo qualcosa su Caterina de` Medici. Dunque, con un po` di incoscienza, ho provato a riempire questo vuoto, credo fosse il desiderio di molti, stando al successo di pubblico».

Rispetto alla grandezza dei Medici, non può sfuggire il confronto con il nostro presente, piuttosto mediocre. Forse per un celato senso di rivalsa, il lettore italiano medio diventa facile preda per uno scrittore di romanzi storici? «Senza dubbio c`è un sentimento di rivalsa, quasi insito nel romanzo storico, e dunque anche nel lettore. Ma è pur vero che non ci sono così tanti romanzi legati a grandi periodi storici italiani. Valerio M. Manfredi o Marcello Simoni, ad esempio, offrono sicuramente un grande contributo, ma non vedo molti autori italiani dedicare pagine e tempo allo splendore del passato, nello specifico del Rinascimento fiorentino. In Italia, paradossalmente, c`è il culto dell`oblio più che quello della memoria. La mia saga porta l`orologio indietro. Il romanzo storico è utile perché ci aiuta a capire chi siamo e da dove veniamo, riproponendo modelli lontani che, chissà, potrebbero andar bene anche oggi. I Medici - grandi politici, imprenditori e committenti - potrebbero essere un esempio. Dovremmo superare certe reticenze, scrivere più storie legate alla grandezza italiana, anche perché sono le più richieste dagli editori stranieri».

E poi ci sono le serie tv: I Medici, I Tudor, I Borgia, citandone alcune. «Geniali. L`obiettivo principale è di accendere l`attenzione sulla nostra grande verità culturale, il che potrebbe portare persino all`approfondimento di quel dato periodo storico. La tv, dopotutto, pur essendo uno strumento diverso dal romanzo, conosce una certa popolarità e aiuta a completare l`informazione».

I Medici mostravano una grande attenzione per la cultura, mentre oggi fatichiamo persino a promuovere la lettura... «Il sistema editoriale italiano dovrebbe mettersi in discussione e attuare una politica di prezzi più intelligente. Il libro non può essere un lusso, deve essere appannaggio di tutti. Non si può trasformare la letteratura in un`arma di distinzione di classe, bisogna ribadire la popolarità della lettura. Come facevano i Medici, rendere cultura e bellezza accessibili a tutti. Inoltre gli autori, per invogliare il lettore, dovrebbero sempre sforzarsi di proporre narrazioni avvincenti, devono dare il massimo in termini di storie raccontate. Non ci si deve mai annoiare».

Da dove nasce l`idea di Chronicae? Qual è l`elemento innovativo del festival? «Credo sia l`unico festival del romanzo storico in Italia, e nasce sempre dall`esigenza di colmare un vuoto: ideato dall`Associazione Culturale Sugarpulp e organizzato con il Comune di Piove di Sacco, accoglie ospiti importanti e punta l`attenzione su Rinascimento e Medioevo, sulla Storia. Arrivano persone da tutta Italia, gente affamata di romanzi storici. Uno degli elementi principali è l`interdisciplinarietà: proponiamo mondi narrativi a 360 gradi, attraverso romanzi, giochi da tavola, cene a tema, fumetti, serie tv, cinema. Per estendere la platea dei lettori è fondamentale la contaminazione dei linguaggi».

Che peso ha la parte dell`invenzione nel romanzo storico? «Oserei direi che è preponderante. I personaggi inventati, per la drammaturgia del testo, sono fondamentali perché conferiscono ritmo, sono catalizzatori di eventi. Oltre alla ricostruzione storica, per avere un teatro di fondo su cui far muovere i personaggi veri (per cui vale Io stesso discorso di ricostruzione e di reinvenzione), occorrono anche i personaggi di fantasia, che poi si saldano ai fatti reali. Questo è il romanzo storico, una miscela di finzione e realtà».
 


19/01/2017