Quei tesori svelati passo dopo passo


Dalle pareti delle Dolomiti al mare della Sicilia: Stefano Ardito, esperto alpinista ed escursionista ha raccolto 180 itinerari insoliti tra cammini e sentieri. Alla scoperta di meraviglie nascoste e di storie patrie

L'Italia a piedi tra i sentieri più nascosti. Itinerari che partono dalle città ma anche percorsi che hanno fatto la storia, come quelli delle trincee della Prima Guerra, o quelli amati da personaggi famosi come Sigmund Freud. Stefano Ardito nel suo "Cammini e sentieri nascosti d'Italia da percorrere almeno una volta nella vita" (Newton Compton editori), da oggi in libreria. Pubblichiamo uno stralcio dell'introduzione del volume scritta dall'autore.

L'ESTRATTO
Che ti move, o omo, ad abbandonare le tue proprie abitazioni delle città, e lasciare li parenti e amici, e andare in lochi campestri per monti e valli, se non la bellezza del mondo?». Arruolare Leonardo da Vinci tra i precursori dei camminatori di oggi, che percorrono i sentieri d'Europa e del resto del mondo, sarebbe un esercizio eccessivo anche per l'autore più entusiasta. L'ansia di conoscere e di esplorare del grande uomo di cultura toscano è però sorprendentemente simile a quella di chi si mette in moto a piedi anche nel terzo millennio.
«Migliaia di persone stanche, ipercivilizzate, stanno iniziando a scoprire che andare in montagna è andare a casa, che la natura selvaggia è necessaria. E che i parchi e le riserve non sono solo sorgenti di legname e di acqua per irrigare, ma sorgenti di vita». L'autore di queste considerazioni, John Muir, il padre del Sierra Club e dei grandi parchi del West americano, era invece un camminatore entusiasta. A digiuno di tecnica alpinistica ma dotato di formidabile energia, percorse alla fine dell'Ottocento le vette e le valli della California, dell'Oregon, dell'Alaska e del Maine...
L'escursionismo di oggi, che ha lo scopo di esercitare il fisico, liberare la mente e scoprire la natura, la storia e i paesaggi, è ben diverso dal camminare del passato. Per millenni, andare a piedi è stata la condizione normale, quotidiana, per la maggioranza delle persone...
L'Italia, come sappiamo bene, offre paesaggi straordinari anche sulle coste, sulle colline, sulle rive dei laghi. Il clima, più mite che nell'Europa settentrionale, consente di camminare tutto l'anno, o quasi. Al contrario di altri Paesi europei, però, l'escursionismo di bassa quota resta una pratica poco diffusa fino a pochi decenni or sono. Un ritardo che è stato colmato solo in parte ai nostri giorni.
I primi sentieri collinari a essere riscoperti e segnati sono quelli alle porte di città come Firenze, Bologna o Torino. Segue l'interesse per gli itinerari a poca distanza dalle coste, per esempio sulle Cinque Terre e sul promontorio di Portofino, che già nel 1935 viene protetto da un parco. Più a sud, accade lo stesso sulla Penisola Sorrentina, o sui monti della Conca d'Oro, intorno alla città di Palermo.
Perché l'escursionismo di bassa quota inizi a essere praticato davvero, occorre attendere gli anni Settanta e Ottanta del Novecento. Sentieri segnati nascono nelle nuove aree protette regionali come il Parco della Maremma in Toscana, i due Parchi (lombardo e piemontese) del Ticino o il Parco marchigiano del Conero. È la strada giusta, e molti di questi percorsi vengono presi d'assalto.
Qualche regione, a partire dalla Toscana, inizia fin dagli anni Ottanta a disegnare sul proprio territorio degli itinerari di escursionismo e di trekking. Per le ultime ci vorrà il Giubileo del 2000, quando vengono individuate e segnate, sull'esempio del Camino de Santiago, la via Francigena e gli itinerari ispirati a san Francesco e ad altri santi.
Anche i nuovi parchi nazionali italiani (tra loro i Sibillini, la Majella, le Foreste Casentinesi, il Gran Sasso-Laga, il Gargano), intorno alla metà degli anni Novanta, prendono iniziative in materia di sentieri. Le uniche importanti a bassa quota, però, sono quelle dei parchi delle Cinque Terre e dell'Arcipelago Toscano.
Altrove, ci si occupa soprattutto di montagna. Negli ultimi due decenni, la tendenza sembra comunque essersi invertita, grazie all'attivismo di decine di associazioni sparse nella penisola. Anche il Club Alpino Italiano, che conserva solide radici in montagna, ha iniziato a interessarsi ai sentieri delle pianure e dei colli.

Stefano Ardito © 2017 Newton Compton

I CONSIGLI

  1. Fare delle escursioni richiede anche una preparazione fisica e psicologica. Chi fa vita sedentaria inizi con gite brevi
  2. Considerare sempre il fattore meteo. Il caldo e il freddo o un improvviso cambiamento possono creare seri problemi
  3. In estate indossare pantaloni di tela lunghi. Utili dove sono rovi e macchia. Sì alla t-shirt no alla camicia
  4. Nei tratti di terreno fangoso o sassoso usare pedule da escursionismo con la suola scolpita per evitare cadute
  5. Chi teme di non farcela utilizzi i bastoncini telescopici che permettono di stare in equilibrio

LA PIETRA
Tra i "Sentieri della pietra" anche quelli del monte Soratte, poco a nord di Roma. Viene consigliato un "anello"che permette di immergersi nella macchia mediterranea della montagna, di percorrere la cresta alla sommità, di visitare alcuni eremi e di tornare alla base (il borgo medievale di Sant'Oreste) attraversando una suggestiva lecceta.

L'ACQUA
Nel capitolo dei "Sentieri dell'acqua e del ghiaccio" anche la Reggia di Casera e le sue acque. Il parco si allunga per tre chilometri dal palazzo verso Caserta vecchia. Il nastro d'acqua che scende fino alla Reggia è stato concepito dal Vanvitelli come un completamento ideale alla costruzione. Sulla Peschiera Grande il sovrano poteva andare in barca e pescare.

I LAGHI
Un capitolo del libro è dedicato ai "Sentieri del mare e dei laghi": vengono consigliati percorsi sull'isola Maggiore del lago Trasimeno, compreso quello che porta al Castello. Sulla sponda orientale dell'isola Maggiore troviamo lo scoglio dove approdò San Francesco, il masso (ora è una cappella) che gli servì da giaciglio e la fonte dove beveva.

LA STORIA
Il Lagazuoi, sui sentieri della grande guerra (Veneto). Passo Falzarego: il percorso che sale al valico di Livinallongo fa parte delle strade delle Dolomiti, un tracciato costruito tra il 1908 e il 1911 dalle autorità austro-ungariche per favorire il turismo ma anche per scopi militari. In questi luoghi tra il 1915 e il 1917 si sono combattute le battaglie più note della Grande Guerra.

I GRANDI
L'itinerario dedicato a Sigmund Freud è quello nell'altopiano alle porte di Bolzano (sul Renon): un trenino di altri tempi corre ancora sui binari che attraversano i prati e i boschi del Renon con vista sui massicci delle Dolomiti Altoatesine. I viottoli ben segnati consentono anche di fare dei tratti a piedi. Qui il professore passò un periodo nel 1911.

LA FEDE
Monte Pellegrino: sorveglia il centro di Palermo e la spiaggia di Mondello. Oltre che al santuario di Santa Rosalia, che è la patrona di Palermo, la notorietà è legata alla riserva naturale e alle pareti calcaree che si affacciano verso il Parco della Favorita e la città e sulle quali sono state tracciate centinaia di vie di arrampicata e diversi sentieri.

Fonte: Il Messaggero 27/07/2017


27/07/2017

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