È nell'imperfezione che ci si ritrova e per certi versi ci si sente meno soli
Penelope Douglas, Tuttolibri
Scrivere romance non è mai solo scrivere una storia d'amore. È far scendere i propri personaggi in un campo di battaglia, dove mettono a nudo i propri sentimenti e dove il cuore si spezza prima di ricomporsi. I protagonisti delle storie si spogliano delle paure, del dolore, delle maschere e affrontano i propri demoni, intraprendendo un viaggio di crescita personale, nel quale si guardano dentro con onestà. Del resto, innamorarsi non è mai semplice: costringe sempre a mettersi in discussione ed è un processo spesso difficile, che fa male, ma poi guarisce. Il lieto fine è - quasi sempre - una naturale conseguenza di questo percorso di feroce consapevolezza, che conduce all'amore e a una ritrovata felicità, che fino a un attimo prima sembrava irraggiungibile. E il lettore ama, soffre e vive con i protagonisti della storia, in una montagna russa d'emozione continua, una pagina dopo l'altra. Ed è questa, per uno scrittore, la sfida più grande: riuscire a far emozionare chi si affida alla sua storia. Tuttavia, non è affatto facile riuscirci. Con la sua leggerezza apparente, il romance è infatti, al suo massimo livello, un genere complesso che possiede una forza narrativa dirompente in grado di esplorare a fondo la gamma dei sentimenti umani…
10/05/2025