L'Italia del 1400? Un "Game of Thrones" tra sette dinastie


Visconti-Sforza, Borgia, Medici: una guerra splatter per conquistare il potere con omicidi e tradimenti

Di Sergio Pent

Il modo più indolore per presentare la nuova - ammirevole - scommessa letteraria di Matteo Strukul, Le sette dinastie, per un critico con una conoscenza scolastica delle numerose casate nobiliari rinascimentali, sarebbe quello di scannerizzare l'elenco iniziale delle dinastie stesse e invitare il lettore a divertirsi e a emozionarsi sulla scacchiera storica di intrighi, lotte, amori e cambiamenti di casacca relativi a quell'epoca controversa e farraginosa.

Non che manchino fazioni e guerre di potere anche nell'Italia del terzo millennio, anzi, ma per il momento non è ancora comparsa alcuna news relativa alla decapitazione di una consorte sgradita e fedifraga, come accade nel prologo relativo alla vendetta coniugale di Filippo Maria Visconti, duca di Milano, anno Domini 1418.

Ogni azione, in questa galoppata epica ma anche caratterizzata da una plateale esibizione di dettagli cruenti che rimandano al miglior Strukul del versante splatter, corrisponde comunque a una scelta legata all'ambizione, all'eliminazione del nemico più ingombrante, in un contesto in cui le grandi famiglie dell'epoca rappresentavano ciascuna un piccolo universo di tradimenti e congiure, sia al loro interno sia in una prospettiva di cambiamento del contesto politico, dove la lungimiranza di qualche eletto - Lorenzo de' Medici, per citarne uno tra i tanti del kolossal -veniva a configgere con la violenza e la brama di potere fine a se stessa di molte altre casate.

Sette casate, appunto, sette dinastie, in una escalation davvero avvincente che arriva fino al 1476 e si conclude con l'uccisione di Galeazzo Maria Sforza, figlio di Francesco e Bianca Maria Visconti. Ma è come un invito a procedere, poiché si è quasi sicuri che, se il Rinascimento truculento di Strukul lascia sul selciato il sangue del nobile, la Storia continua e lascia presagire un probabile seguito.

Le dinastie sono quelle dei Visconti-Sforza di Milano, dei Condulmer di Venezia, passando per gli Estensi di Ferrara, i Medici fiorentini, i Colonna e i Borgia di Roma e gli Aragonesi di Napoli. La trama è un incrocio serrato di trame sviluppate in capitoli brevi, fitti e incalzanti, a partire dal matrimonio imposto da Filippo Maria Visconti alla figlia Bianca Maria con l'uomo d'arme Francesco Sforza. Le dinastie non muoiono, in qualche modo le nostre antiche casate anticipavano le interminabili saghe familiari del piccolo schermo, con qualche spargimento di sangue in più. Non muoiono ma lottano e intrecciano le loro ambizioni, e se i Visconti tramano contro gli odiati Condulmer veneziani, questi riescono nell'intento di far salire sul trono di Pietro un loro concittadino, papa Eugenio IV.

Ma se l'Italia di oggi sembra ancora divisa tra campanilismi e luoghi comuni regionali, a quel tempo le alleanze si cercavano e si formavano anche tra Milano e Roma, tanto per citare un esempio che oggi segna invece un anacronistico contrasto politico tra diverse concezioni di modernità. Così i milanesi trovano nei Colonna di Roma i migliori alleati per contrastare il papa veneziano, a sua volta aiutato dai Medici a salvare, se non il trono pontificio, almeno la pelle, in un provvidenziale esilio fiorentino.

Ma non sono da meno le storiche lotte tra angioini e aragonesi, in un'Italia che - già allora - sembrava in balia del primo urlatore da balcone di passaggio. Lorenzo il Magnifico, Ferdinando d'Aragona, Cosimo de' Medici, Prospero Colonna... I nomi sono tanti, famosi o da penombra, mail groviglio delle loro vicende è una scommessa da applaudire, perché la verità documentale gioca un ruolo quasi marginale, nell'epica di un tracciato narrativo che rischia spesso l'azzardo, il colpo di scena, l'onda lunga del feuilleton, ma con la sapienza e l'entusiasmo di uno che, come Matteo Strukul, riscrive la «sua» Storia per far rivivere e conoscere laverà, grande-ma anche dilaniata - Storia di un Paese che ancora adesso confligge con nuove e più patetiche dinastie.

Fonte: Tuttolibri 19/10/2019


19/10/2019

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