La regola dei 15 minuti. Come riprendere il controllo della propria vita in un quarto d'ora


Fonte: Huffington Post

A cura di: Nicoletta Moncalero

Per cambiare la nostra vita non dobbiamo essere supereroi. Bastano in realtà 15 minuti spesi bene. Si parte da un concetto semplice: l'attività promuove la vitalità. Semplice ma dimostrato scientificamente. C'è un'area del cervello - Sistema di Attivazione Reticolare (Sar) - costituita da una complessa rete di connessioni nervose che hanno un ruolo fondamentale nella nostra abilità di stare attenti e svegli. L'attività delle terminazioni nervose che collegano il cervello alle diverse parti del corpo stimola il Sar. In parole povere, più siamo attivi, più ci sentiamo svegli. È un circolo virtuoso, e quando si modifica un modello di comportamento si eliminano tutti i rami secchi per fare spazio a cose nuove. Caroline Buchanan sostiene che basti poco per cambiare, e su questo non ha dubbi.

"Uno dei motivi per cui la mia regola dei 15 minuti funziona – dice - è che sarete portati a tralasciare ogni altro pensiero in favore delle cose che dovete fare entro i vostri 15 minuti. Le istruzioni sono chiare, concise e refrattarie a eventuali manipolazioni, e sono applicabili a persone organizzate o disorganizzate. È uno strumento pensato per riorganizzare l'immaginazione, il pensiero positivo, il divertimento, la concentrazione e la creatività". Da quel mucchio di documenti fermi sulla scrivania o dentro al cassetto, potrebbe quindi nascere qualcosa di buono. Ma non solo. Andando oltre, potremmo anche scoprire che la resistenza al cambiamento, ad instaurare rapporti più stabili, ad affrontare i problemi con coraggio potrebbe avere radici ben più profonde. Così come la tendenza a preoccuparsi sempre di tutto. In "La regola dei 15 minuti" (Newton Compton Editore) i passi per iniziare il cambiamento.

1. Quando facciamo fatica a dare fiducia alle persone

Quando provate una sensazione di resistenza, vale davvero la pena di chiedersi perché, esattamente, vi sentite così. La riluttanza a dare fiducia, per esempio, potrebbe affondare le radici nella vostra infanzia e a un genitore che vi ha deluso molto o che vi ha fatto credere che nessun adulto sia degno di fiducia. A meno che non siate consapevoli dei problemi che avete avuto in passato, e abbiate iniziato a curare le vostre ferite, è probabile che stiate proiettando quei sentimenti su chiunque e qualunque realtà, gettando così nel caos tutte le relazioni del presente. Potrebbe capitarvi di restare ancorati ai vostri familiari, anche se questo potrebbe portarvi a circondarvi di persone che vi hanno fatto del male o incapaci di darvi ciò di cui avreste bisogno. Ma se abbandonerete la paura di venire feriti, la resistenza nei confronti di relazioni più sane diminuirà.

2. Come trovare l’entusiasmo

Entrando in azione. E avendo voglia di fare, nonostante i pensieri negativi. Immaginate di stare in cima a una collina e di urlare via tutti i “Sì, ma”, gli “E se?” e tutti quei pensieri negativi che vi tengono in scacco. Immaginate di affrontare tutto quello che desiderate fare e metterci una buona dose di entusiasmo. Una volta che avrete dato il calcio d’inizio arriverà anche lo slancio. Capita spesso di provare entusiasmo all’inizio ma perdere pian piano interesse. Immaginate di affrontare un compito con tanta buona volontà ed entusiasmo, poi immaginate di affrontare lo stesso compito senza queste due forze. Pensate a quanto perdereste se non aveste con voi queste armi tanto potenti! Avete molto da perdere se non sfruttate a pieno questi alleati, e molto da guadagnare se al contrario li utilizzate. Per darvi una spinta in più, festeggiate la vostra buona volontà e l’entusiasmo oggi stesso. Scrivete tre progetti che vi entusiasmerebbe realizzare. Su una scala da 1 a 10, con 10 come punteggio massimo e 1 come punteggio minimo, fate una classifica del livello di buona volontà ed entusiasmo che provate al momento presente per ogni progetto. Guardate i punteggi, riflettete sull’atteggiamento che avete nei confronti di ognuno dei progetti e riformulateli.

3. L’atteggiamento: l’asso nella manica

Cercate di stamparvi questo acronimo bene in mente: l’Atteggiamento Sistema Sempre Ogni cosa, perché la maniera in cui percepiamo qualcosa influisce sulla maniera in cui ci approcciamo a essa. Con il giusto atteggiamento potrete risolvere qualunque problema, grande o piccolo, a lungo o a breve termine. Provateci oggi o provateci per 15 minuti la prossima volta che avrete voglia di urlare dalla disperazione per un problema che continua a presentarsi.

4. Per chi si preoccupa troppo

Preoccuparsi è un esercizio estremamente faticoso, quindi non sarebbe bene domandarvi perché vi state preoccupando così tanto? Potrebbe essere che i vostri genitori erano molto apprensivi, tanto che per reazione li state inconsciamente imitando, oppure avete avuto un’infanzia precaria. Forse avete vissuto una delusione importante che ha minato la sicurezza in voi stessi. Oppure non riuscite a trovare una ragione al vostro comportamento. Qualunque sia la causa, la reazione a preoccuparsi potrebbe essersi trasformata in un’abitudine. Ma badate bene che le abitudini si possono cambiare, per quanto radicate esse siano. Utilizzate la regola dei 15 minuti per domare la preoccupazione. Tanto per cominciare, concedetevi 15 minuti per raccogliere e analizzare tutte le vostre preoccupazioni. Siatene consapevoli. Non cercate di sopprimerle perché, quando meno ve lo aspettate, vi torneranno in mente! Poi, alla fine dei 15 minuti, lasciatele andare. L’obiettivo in questo caso è aiutarvi a prendere il controllo delle cose che vi preoccupano per evitare che esse controllino voi.

5. Se non siete soddisfatti del rapporto di coppia

Concedetevi 15 minuti per mettervi seduti e pensare a come vi vedete nella relazione con il partner, e dove avete collocato il partner. Se vi renderete conto che state pretendendo che i cambiamenti vengano fatti soltanto da uno, chiedetevi se vi state comportando in modo giusto o realistico. Potreste anche provare l’esercizio sul vostro partner per capire come lui/lei vede le cose. Questa scoperta potrebbe aprirvi gli occhi e aiutarvi a trovare un modo per incontrarvi a metà strada.

6. Per chi è alla ricerca di un nuovo partner

Spendete 15 minuti per stilare una lista delle cose che pensate vi impediscano di incontrare potenziali partner che potrebbero andare bene per voi. Anche in un lasso di tempo così ristretto potreste riuscire a capire cosa non va. Per esempio, potreste rendervi conto che non dedicate molto tempo, o non fate nessuno sforzo, per socializzare. Non è un bene restare seduti a casa ad aspettare il Signor Giusto o la Signora Giusta bussi alla porta; dovete darvi da fare. Se invece avete fatto di tutto per socializzare, ma non avete ancora incontrato nessuno? Be’, forse è arrivato il momento di provare qualcosa di totalmente diverso. Ricordate: se continuerete a fare le stesse cose, otterrete sempre gli stessi risultati.

7. Per chi sta vivendo una separazione dolorosa

A che punto siete rimasti bloccati? Identificate il punto in cui siete nel processo di lutto. Sì, è un processo, un processo che vi porta alla guarigione. Le cinque fasi sono: negazione, rabbia, contrattazione, depressione e accettazione. È normale fare avanti e indietro tra questi sentimenti, ma è facile rimanere bloccati in una delle prime quattro fasi. Individuate la fase in cui vi trovate, in questo modo saprete dove dovrete concentrarvi. Scrivete cosa è andato storto nella vostra relazione. Quali sono stati i crimini di guerra? Rileggete. Volete davvero stare con qualcuno che si è comportato così? Poi, analizzate la vostra parte nella fine della relazione. Vi siete comportati male? Magari vi siete impuntati su cose senza senso e avete avuto un comportamento sciocco nonostante la vostra capacità di comportarvi in maniera più sensata? Prendersi un po’ di tempo per analizzare cosa è andato storto può aiutarvi a capire cosa state cercando dal vostro partner ideale, cosa va bene e cosa non fa per voi in una relazione, e a imparare da ogni errore.


02/02/2017