La felicità si tramanda ma ci vuole metodo


FONTE: Il Venerdì ( La Repubblica)

A cura di Valentina Della Seta

Jessica Alexander, una mamma americana sposata con un danese, e Iben Dissing Sandahl, psicoterapeuta di Copenaghen, sono partite da una domanda: «Che cosa rende i bambini danesi, e i loro genitori, le persone più felici del mondo?». Da qui si sono impegnate in una serie di ricerche lunghe anni, intervistando esperti di diversi settori ed esaminando vari aspetti della Danimarca, arrivando a scrivere il manuale dal titolo Il metodo danese per crescere bambini felici ed essere genitori sereni (Newton Compton, traduzione di Federica Gianotti Tabarin, pp. 224, euro 10). «A volte dimentichiamo che essere genitori, come amare, è un verbo, indica cioè un`azione» scrivono le autrici nelle prime pagine. Personalmente posso dire di aver visto, quando ero bambina tra la fine degli anni Settanta e i primi Ottanta, i miei italianissimi genitori che si tiravano i piatti mentre la famiglia danese al piano di sotto, dalla quale mi rifugiavo, risolveva ogni conflitto con parole gentili e calme. Disastri infantili a parte, le scoperte di Alexander e Dissing Sandhal si possono riassumere in una frase: «Bambini felici crescono e diventano adulti felici che allevano bambini felici, e così via». Sono quarant`anni che la Danimarca è al primo posto della classifica della felicità: «Dal 1973 quasi ogni anno il piccolo Stato nel Nord Europa famoso per La sirenetta, la favola di Hans Christian Andersen, è stato designato dall`Ocse come il Paese che ha la popolazione più felice del mondo», raccontano le autrici. Anche se l`Italia è al cinquantesimo posto di questa classifica, chiunque si ritrovi a frequentare, da genitore, scuole primarie e parchi giochi può rendersi conto che i bambini felici ci sono anche da
noi. Deve essere perché, magari senza saperlo, abbiamo iniziato a mettere in pratica le poche e fondamentali regole che le autrici del libro raccolgono sotto le iniziali di parent (in inglese, genitore): «Usando un acronimo facile da ricordare - play (gioco), authenticity (autenticità), reframing (ristrutturazione), empathy (empatia), no ultimatums (nessun ultimatum) e togetherness (intimità) - esamineremo alcuni dei metodi collaudati e affidabili che da più di quarant`anni funzionano per i genitori in Danimarca. Vorremmo chiarire che questo non vuole essere una dichiarazione di appartenenza politica, né si tratta di un libro su come si vive in Danimarca». L`acronimo della felicità insomma si può applicare ovunque. Non è difficile, anzi, in molti casi semplifica la vita. Come con il gioco. «In Danimarca i bambini di dieci anni e quelli più piccoli terminano le lezioni alle due del pomeriggio e poi hanno la possibilità di scegliere se andare, per il resto della giornata, a quella che viene chiamata "scuola nel tempo libero, slcolefritidsordning" , dove vengono principalmente incoraggiati a giocare». Niente animatori col megafono (spauracchio di qualunque genitore costretto alle feste di compleanno degli amici dei figli) o adulti a gestire le cose. Il gioco libero con i coetanei, con la sua dose di rischio e allenamento alla gestione dei conflitti, è alla base del metodo danese per crescere adulti capaci di gestire l`ansia e vivere con gli altri adattandosi ai bisogni di ognuno. È una catena: «Bambini che sono emotivamente sicuri e felici diventano adulti emotivamente sicuri e felici che poi ripeteranno questo stile collaudato con i propri figli». E poi,fondamentale, è la lealtà: «Essere sinceri nelle risposte è importante in tutti gli aspetti della vita, perfino in quelli difficili. Se non siete autentici, minerete la capacità del vostro bambino di percepire ciò che è vero e ciò che è falso». I bugiardi sono avvertiti.


07/10/2016