IL SERIAL KILLER NON CONOSCE FRONTIERE


Lo psicologo e criminologo Ruben De Luca, creatore della maggiore banca dati sui pluriomidici europei, indaga in un nuovo libro su un fenomeno molto (ma non tutto) americano

Giuliano Aluffi sul Venerdì di Repubblica

 

Il mostro di Nerola (Roma),negli anni 40, cospargeva di chiodi la strada davanti alla sua cascina sulla via Salaria per costringere i viandanti in bicicletta a chiedere aiuto, e massacrarli. L'"Ammazzavecchie" José Rodriguez Vega, muratore a Santander (Spagna), col pretesto di effettuare lavori in muratura entrava in casa delle sue anziane vittime e le trucidava. L'austriaco Jack Unterweger, incarcerato per l'omicidio di una prostituta, diventa scrittore e poi, da uomo libero, divo televisivo. Ma a Hollywood, nel mese in cui avrebbe dovuto scrivere un reportage, uccide ancora tre donne. Il cronista di "nera" Vlado Taneski, in Macedonia, commette omicidi in serie e fa carriera scrivendo, sugli stessi fattacci, articoli ben più informati rispetto ai suoi colleghi, con dettagli mai svelati dalla polizia. L'occasione, insomma, fa l'uomo assassino: seriale, per di più.

Ed è proprio la scelta di vittime occasionali che rende arduo scoprire i serial killer, perché ostacola la connessione tra i tre elementi cardine di un'indagine: autore del crimine, movente e vittima. Anche perché il movente è pressoché insondabile, in quanto si tratta di fantasie omicide che scaturiscono, se non da un'effettiva malattia psichica, da frustrazioni sociali e affettive che hanno radici già nell'infanzia dei soggetti. Così che il disporre della vita degli altri diventa un modo per sentirsi Dio. In Europa agisce il 19% dei serial killer mondiali, il 76% invece tra Stati Uniti e Canada.

Se sappiamo quasi tutto dei più truculenti episodi d'oltre Atlantico, i più ignorano - tranne i casi da prima pagina - il sottobosco europeo di questo fenomeno criminale. Rimedia alla lacuna, nel corposo saggio Serial killer ( Newton Compton), lo psicologo e criminologo Ruben De Luca, creatore della maggiore banca dati sui serial killer europei. Dati alla mano, ci aiuta a sfatare alcuni miti: il primo è che i serial killer siano individui eccezionali, come Hannibal Lecter. In realtà nella maggior parte dei casi, sono soggetti comuni e indistinguibili dal resto della popolazione: lupi travestiti da agnelli. E sono anche donne: tra queste prevale il movente economico, mentre tra i pluriomicidi uomini è preponderante il brutale piacere di uccidere.


10/09/2021

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