Il giallo, è rosa: le donne detective


di Eva Grippa

Se per il giallo c'è una stagione, è di certo l'estate. E quella appena iniziata - le classifiche di vendita di queste settimane lo confermano - è già popolata da eroine femminili. Tra loro, Erika Foster, protagonista del thriller "La donna di ghiaccio": abbiamo chiesto al suo autore, lo scrittore best seller Robert Bryndza, di parlarci di lei.

In Italia, ogni 10 libri venduti 4 sono di narrativa, e ogni 10 libri di narrativa venduti 2,5 rientrano nella sfera del Giallo. Per alcuni editori poi, come Newton Compton, la percentuale sale a 3. E se per il giallo c'è una stagione, è certo l'estate. Per quella in corso, una buona fetta dei misteri è affidata a detective femminili: da "La strega" di Camilla Lackberg, che si conferma in cima alle classifiche di vendita con la coppia Erica Falck e Patrik Hedström, a "La donna di ghiaccio", primo episodio di una nuova serie scritta da Robert Bryndza con protagonista la poliziotta Erika Foster. In Italia il libro è arrivato da poche settimane, e resiste in classifica dei libri più venduti, confermando le aspettative della casa editrice, Newton Compton, che l'ha portata nel nostro Paese dopo aver venduto solo in UK 1 milione e mezzo di copie con quattro episodi.
“L'idea per questa storia è arrivata qualche anno fa. Dove vivo, in Slovacchia, c'è un grande centro esposizioni con al centro un laghetto, e un ristorante abbandonato. Ci siamo capitati per caso in un giorno di sole, e ho pensato sarebbe stato il posto perfetto per posizionare un cadavere, appena prima dell'inverno, quando tutto è ghiacciato”. Chi fa pensieri simili, non può che essere destinato a diventare autore di thriller. O assassino.
Robert Bryndza ha imboccato la prima strada, ed è proprio con questa immagine – il cadavere di una bellissima donna congelato in uno stagno – che inizia il suo La donna di ghiaccio. “Nella versione originale Erika Foster vive in Slovacchia e si sta riprendendo dalla morte del marito (avvenuta durante un'operazione di polizia cui lei era a capo, ndr)”, racconta questo bel ragazzone inglese, che ha abbandonato l'Inghilterra per amore e seguito il marito Jean “in un bellissimo borgo medievale della Slovacchia”. “La storia era molto più cupa, con pochi personaggi. Una versione che mi piaceva molto, ma che ho abbandonato perché sarebbe rimasta un romanzo a se stante, mentre io volevo dar vita a una serie. Ho portato il manoscritto al mio editore che mi ha suggerito di spostare l'ambientazione a Londra. E questo è quel che ha dato davvero inizio a tutto, gli altri personaggi sono nati da soli, quando ho portato Erika Foster a imbattersi in un'indagine intralciata dall'establishment inglese: la morte di una giovane donna, figlia di un noto esponente politico. In questa nuova versione, il ristorante subacqueo è diventato un lago ghiacciato nei dintorni dell'Horniman Museum a South London”.

La sua detective non è un personaggio positivo: tenace e testarda, è però tormentata dai sensi di colpa, e da fantasmi che la rendono irascibile, aggressiva. Risolvere il caso diventa una questione di vita, occasione di riscatto, e la caparbia nel condurre le indagini per vie non ufficiali la porta più volte a un passo dal perdere il distintivo. Perché un'antieroina? “Penso che le persone nella vita non siano mai al 100% buone o cattive. E che la vita non è semplice bianco o nero. Inoltre, immaginare un'antieroina è più interessante per uno scrittore. Ha i suoi difetti e i suoi fantasmi, e proprio questo la rende più reale. Per alcuni tratti del personaggio mi sono ispirato a una ragazza che conosco, un'amica slovacca dei tempi della scuola, diventata poliziotto”.

Erika fatica a emergere in un contesto lavorativo molto maschilista. L'uguaglianza di genere è un tema del libro, e della serie? “No, ho cercato di scrivere la storia senza idee preconcette. I miei libri sono guidati dai personaggi, ed era molto più interessante far muovere Erika Foster in un mondo dominato da logiche maschili, in cui - ancora nel 2017 - i detective senior donne sono un'eccezione”.

Qualcuno ha paragonato la sua detective a Clarice Starling de 'Il silenzio degli innocenti', cosa ne pensa? “Non potevo sperare di meglio. Clarice resta il mio protagonista preferito nell'ambito del thriller, mi sono sicuramente ispirato a lei come anche alla Jane Tennison creata da Lynda La Plante, approdata in tv con la serie Prime Suspect (interprete principale Helen Mirren, ndr)”.

'La donna di ghiaccio' ha segnato il suo debutto nel thriller, dopo il romanzo d'esordio 'The Not So Secret Emails of Coco Pinchard', primo di una serie di cinque episodi, e la commedia romantica 'Miss Wrong and Mr Right'. Come è avvenuto il salto? “Ho sempre pensato che prima o poi mi sarebbe piaciuto scrivere una storia più dark. L'ho fatto, ed ecco, ora posso dire che far ridere le persone con storie romantiche è più difficile!”.

Il successo le ha cambiato la vita? “Il fatto che il libro sia diventato un best seller mondiale mi ha scioccato. È meraviglioso, certo, ma mi intimorisce. Mi sento addosso una grande responsabilità, non voglio deludere i miei lettori, e spero di riuscire a scrivere ancora dei buoni libri".

Che rapporto ha con i suoi lettori? “Mi piace dialogare con loro sui social, o attraverso il mio sito. Donne e uomini in parti eguali, ritengo. I miei non sono romanzi di genere”.

Si definirebbe più social o socievole? “La seconda. Mi piace uscire dal mio studio e incontrare persone. Penso sia essenziale vivere il mondo reale per restituire una visione veritiera del mondo a beneficio dei miei personaggi”.

Cosa dobbiamo attendere dunque dal secondo episodio della serie iniziata con 'La donna di ghiaccio'? “Qualcosa di molto diverso. Una storia ambientata in una Londra avvolta dal calore dell'estate, con un serial killer che entra nelle case delle persone di notte e le osserva mentre dormono prima di ucciderle. La rivelazione della sua identità sarà sorprendente”.

Le piace spaventare le persone, va bene, ma cosa spaventa lei, nella vita? “Una cosa banale: ho davvero paura di volare”.

Se 'La donna di ghiaccio' dovesse diventare un film, chi vederebbe bene nel personaggio di Erika Foster? “Potessi scegliere, Margot Robbie” (attrice australiana, è stata la conturbante moglie di Leonardo DiCaprio nel film The Wolf of Wall Street).

Chi è Robert Bryndza, nel privato? “Uno che dopo 13 anni a Londra – città eccitante ma troppo frenetica - finalmente in Slovacchia ha trovato la sua dimensione. Non vivo seguendo una routine... provo a scrivere dalle 8 del mattino alle 3 del pomeriggio, ogni giorno, e la sola cosa di cui ho bisogno è iniziare con una tazza di buon caffè. Se non scrivo passeggio, con i miei cani, o cucino: adoro stare ai fornelli”.

Sul suo Instagram, le foto di un suo recente viaggio a Roma (e di un cane in valigia): quanto conosce l'Italia? “Sono stato a Roma varie volte, e due volte a Venezia. Da teenager ho perfino vissuto a Catania per un breve scambio culturale organizzato dalla scuola”.

La sua immagine di bravo ragazzo deve essere macchiata: ci sveli il suo ogni lato oscuro. “Accidenti temo di essere davvero un bravo ragazzo. Provo ad essere una brava persona perché penso di dover ringraziare il fato per avermi dato la fortuna di essere riuscito a vivere con quello che per molti è 'il lavoro dei sogni'".

Fonte: d.repubblica.it 12/07/2017


12/07/2017