IL DELITTO DI SAMAN ABBAS, DI GIAMMARCO MENGA


Anticipazione esclusiva sul delitto della giovane pakistana

IL PADRE DI SAMAN: «SIAMO TUTTI COLPEVOLI»

Alessandra Gavazzi su Gente

 

Due minuti sono bastati per ammettere ciò che in fondo era già palese: tutta la famiglia di Saman Abbas è colpevole. Tutti dal padre Shabbar alla madre Nazia Shaheen, dallo zio Danish Hasnain aicuginilkramljaze Nomanhulaq - hanno partecipato al suo assassinio. Lo avrebbe confessato senza molti giri di parole ai suoi avvocati proprio suo padre, pochissimi istanti dopo essere stato condannato all'ergastolo con la consorte, nel dicembre 2023, poco prima di essere riportato in carcere. Con loro, giudicato colpevole anche Danish, ma non i cugini. «Sono felice per loro, hanno tutta la vita davanti», dice Shabbar ai legali, spiegando che invece quando sua figlia Saman- 18 anni, recalcitrante di fronte a un matrimonio combinato dalla famiglia pakistana - fu strangolata la notte del 30 aprile 2021 a Novellare, tutti loro erano presenti. Un'esecuzione collettiva, una pena capitale subita con l'unica colpa di desiderare uno stile di vita occidentale e nozze per amore, inaccettabili soprattutto per le persone che l'avevano cresciuta.

 

Questa confessione tardiva e fin qui sconosciuta è riportata nel bel libro di Giammarco Menga II delitto di Saman Abbas - Il coraggio di essere libere, in uscita per Newton Compton il 27 settembre, nel quale il giornalista di Quarto grado ripercorre le tappe fondamentali della vicenda tra rivelazioni e inediti a partire dai mesi precedenti all'omicidio.  «Mi sono avvicinato a questa storia subito, nel maggio 2021, quando lavoravo ancora per Mattino 5», spiega Menga. «Saman mi è entrata dentro e credo non vada dimenticata: è un simbolo e un esempio di coraggio».  

 

CI SONO ANCORA ZONE D'OMBRA 
Ma c'è anche un motivo personale dietro alla scelta di questa storia: «La mia compagna ha origini musulmane e ha avuto un'esperienza simile, con un finale fortunatamente diverso. Credo che questo mi abbia aiutato a comprendere il contesto culturale e rurale che girava intorno a questa ragazza». La vicenda, sottolinea Menga, va raccontata anche perché non può dirsi conclusa con il primo grado di giudizio: «Entro l'anno si celebrerà l'appello a Bologna e si potrebbe ribaltare tutto, gli aloni di mistero resistono e andrebbero chiariti».

 

 

 

(…….)

 


24/09/2024

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