Gianluca Barbera - Destra Estrema e Destra riminale


Quella sottile linea nera

Seppur rappresentato in parlamento, il Msi fu la culla della destra estrema nell'Italia degli anni Settanta.
Proprio come oggi lo è Fdl. Seppur al governo. In un saggio l'album di famiglia del neofascismo

di Matteo Pucciarelli su Il Venerdì

Non era solo violenza politica, strumento consapevole per manipolare e indirizzare il sistema democratico verso esiti autoritari: era una visione del mondo, sostenuta anche da connivenze istituzionali. Destra estrema e destra criminale (Newton Compton), di Gianluca Barbera, scrittore reggiano di 60 anni, racconta il terrorismo nero e il neofascismo in Italia dal Dopoguerra a oggi. La lunga storia di un'alleanza trasversale tra estremismo, settori dello Stato, mondo cattolico tradizionalista e poteri economici.

Cosa distingue, nel suo libro, la "destra estrema" dalla "destra criminale"? È solo una distinzione giuridica, oppure anche ideologica?

«La distinzione è giuridica, e anche cautelativa. Ho una frase scolpita di Paolo Bolognesi, alla commemorazione del 2 agosto, per la bomba alla stazione di Bologna del 1980: tutti i terroristi dell'epoca sono passati dal Msi. L'album di famiglia, il romanzo di formazione, è quello. La "destra estrema" è stato il Msi, eritengolosia anche Fdl oggi. Poi, finché non ci si pone nelfillegalità, se si è rappresentati in Parlamento, quella destra non è certamente criminale. Restano però numerose connessioni, ieri come nel presente».

Il Secolo d'Italia, il 5 agosto, ha aperto così il giornale: "Giù le mani dal Msi". Come quando gli ex missini dicono in coro: noi, il 2 agosto a Bologna, non c'eravamo.  Come stanno le cose?

«Qui si gioca con le parole. Chi ha scritto quel pezzo magari no, non c'era, ma su 17 sentenze - che per uno storico non sono oro colato, ovviamente - 16 indicano dirette responsabilità e ambientazioni politiche nell'estrema destra. Se non è così, mi devono dire chi è stato: se ne hanno le prove, le mostrino. I palestinesi? I libici? Chi poi siano i colpevoli, i nomi insomma, può essere dibattuto. Non la matrice, però. Nel libro ho fatto un sondaggio: io mi ricordo benissimo dov'ero il 2 agosto, mi ricordo dov'ero l'11 settembre; tutti gli italiani senzienti ricordano quelle date e dove si trovavano. Ma Mambro, Fioravanti, Ciavardini no. Ci hanno messo parecchio tempo a mettere a fuoco i ricordi. Strano, no?»


19/09/2025

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