Friedman: «Da sei mesi l’economia è in frenata e queste misure non daranno più occupazione»


In libreria con la nuova versione di Dieci cose da sapere, che dà consigli a una famiglia tipo, l'economista fa i conti in tasca al governo gialloverde e agli italiani
«Il reddito di cittadinanza? Disincentiva il lavoro e rischia di agevolare i furbetti. Bisogna ridare la fiducia a chi vorrebbe investire sull'Italia»


di Benedetta Sangirardi


I Giorgetti sono una famiglia tipo. Stefano è un cameriere livornese sposato con Angela, ausiliaria in un asilo nido. Hanno due figli: Roberto, che si è appena diplomato e inizia a confrontarsi con il mondo degli adulti, e Alessandra, di qualche anno più giovane. Ma adesso Stefano e i suoi vogliono capirne di più su che cosa attende il loro lavoro e i loro risparmi, viste le grandi novità in materia economica messe sul piatto dal governo gialloverde: manovra finanziaria e relative tensioni con l'Europa, reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni, con gli interessi sui mutui che hanno ricominciato a risalire insieme allo spread. Alan Friedman, giornalista ed esperto di economia, lo spiega nella versione aggiornata di Dieci +2 cose da sapere sull'economia italiana (Newton Compton), un testo che ha per protagonisti proprio i Giorgetti e spiega in modo semplice questioni complesse, consentendo ai lettori di comprendere, con esempi, come stanno andando le cose in Italia.

Friedman, il suo libro, tra i più venduti dell'anno, si amplia con due nuovi capitoli. Che cosa ha approfondito?
«Ho raccontato la storia di questi ultimi mesi concitati attraverso gli occhi della famiglia Giorgetti. Inoltre, ho voluto anche offrire un giudizio sull'operato del governo gialloverde, con un'attenzione particolare all'economia».

A proposito di esecutivo: i due leader di Lega e 5 Stelle litigano spesso, a distanza, ma il contratto di governo regge. Che cosa ne pensa?
«Io credo che Matteo Salvini a un certo punto avrà la tentazione di andare all'incasso e raccogliere, con un nuovo voto, quei consensi che i sondaggi gli attribuiscono. Credo che punterà a conquistare Palazzo Chigi senza Luigi Di Maio e senza Silvio Berlusconi».

Che cosa è cambiato, in questi sei mesi, per le tasche degli italiani?
«L'economia è peggiorata parecchio. L'incertezza politica, la guerra combattuta a colpi dì retorica con l'Europa e la recente bocciatura della manovra da parte di Bruxelles pesano. Temo che l'Italia sia sull'orlo di un precipizio. Le politiche economiche messe in campo non sono giuste per creare lavoro. Il reddito di cittadinanza non genera nuovi impieghi e nemmeno la quota 100. La flat tax è talmente soffice che è come se non esistesse. E non è sostenibile finanziare tutte queste spese con nuovi debiti».

La preoccupazione dell'Europa allora è giustificata?
«Lasciamo pure da parte l'Europa. Parliamo degli investitori: sui mercati finanziari il governo si aspetta, perché ne ha bisogno, che comprino 400 miliardi di titoli italiani ogni anno, più un miliardo al giorno di Btp, ì buoni del tesoro. Ma se chi dovrebbe investire sul nostro Paese non ha fiducia nella politica economica gialloverde, venderà i titoli invece che acquistarli. Così lo spread salirà ancora di più e i contribuenti si ritroveranno a pagare ogni anno 5 o 6 miliardi di interessi aggiuntivi sul debito pubblico».

Vede nerissimo.
«Nel migliore dei casi, l'economia nei prossimi sei mesi vivrà una fase di stagnazione, ma non credo che ci sarà subito l'apocalisse. Ma stiamo entrando in un periodo potenzialmente molto burrascoso».

Che cosa pensa del reddito di cittadinanza?
«E un disincentivo all'occupazione, non crea lavoro. E c'è la possibilità concreta che i furbi lo sfruttino per lavorare in nero e guadagnare due volte».

Il vicepremier Di Maio aveva promesso che lo spread sarebbe sceso.
«Invece è salito ed è destinato a rimanere elevato, intorno a 300, per mesi. Purtroppo, il tira e molla tra Roma e Bruxelles non fa che peggiorare la situazione e avanti così avrà un impatto anche sui prestiti alle piccole imprese e sui mutui: lo stiamo già vedendo».

Quota 100 per le pensioni, che ci dice?
«Questa riforma è un inganno generazionale. Si aumentano le spese senza contributi sufficienti per finanziarle. Di fatto, stiamo "rubando" ai nostri figli e nipoti, che finiranno per ricevere piccolissime pensioni, mettendo a rischio la sostenibilità del sistema Inps. E poi, è una favola che per ogni persona che andrà in pensione a 62 anni ci saranno tre nuovi posti di lavoro creati per i giovani».

Fonte: Vero 29/11/2018


29/11/2018

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