Frale, quel thriller storico che nasce dagli archivi del Vaticano


La sfida tra tenebre e luce

Di Chiara Graziarli

Uno spazio alternativo, alla ricerca dell'irrimediabilmente perduto: in un romanzo la Storia ci prende di sorpresa, sovvertendo i suoi grandi nemici, stereotipo e luoghi comuni. Ci dimostra che gli archivi proteggono il sonno di intrecci fantastici, frutto nei secoli della vita, del dolore, dell'amore di uomini veri. Vera opera della Storia, la più grande scrittrice di storie che lui lettore possa desiderare. Una grande narrazione che aspetta di essere risvegliata. Barbara Frale, officiale dell'archivio segreto vaticano, medievista, dopo una vita dedicata alla saggistica su quel periodo affascinante e sconosciuto che è il Medio Evo, in I sotterranei di Notte Dame, (Newton Compton editori, 324 pagine, 9,90 euro, in uscita oggi) suo secondo romanzo, sceglie di risvegliare la grande narrazione degli archivi per suscitare il nostro ascolto. Personaggi autentici, sconosciuti ma attualissimi, ai quali dona una seconda vita immaginata guardando in controluce la filigrana di una trama perduta, oscurata, manipolata. Ed autentici segreti e intrighi di Stato che, fra il finire del 1200 ed i primi tre anni del 1300 erano all'opera per scrivere il finale di uno scontro di potere che accenderà il rogo dei frati guerrieri, i Templari, Stato nello Stato, banchieri dei sovrani, milizia dei Papi.

Il finale che conosciamo - i roghi, la leggenda nera, l'odore di carne bruciata che partorisce decenni di guerre e finanche falsi re - non era scontato. In questo saggio in forma di romanzo vedremo all'opera un manipolo di uomini di buona volontà che lavorò, fra il 1300 ed il 1303 perché i roghi non si accendessero e furono sopraffatti non dalla forza ma da parole suscitate o cancellate ad arte. E tutto comincia da una carta, del 1267, un accordo segreto che consegnava Firenze nelle mani di Carlo d'Angiò, re di Napoli.

In un'epoca in cui una carta ben scritta e portata sulla punta delle lance poteva sigillare pretese dinastiche è Dante Alighieri a giungere a Roma, inviato della Signoria assediata dalle pretese dell'Angiò. Il più grande fra i poeti, torna a noi come politico in missione, spia. Cerca negli archivi vaticani la carta che può precipitare Firenze nelle mani di Napoli e del suo re francese, cugino del re Filippo IV il bello.

Dalla Napoli di Castel Nuovo alla Parigi di Notre Dame, dai sotterranei così simili a quelli che percorrono la Napoli di sotto, la verità viene cercata, da chi se la contende per scrivere due finali diversi, nei bassifondi e sottoterra. Filippo IV, che fu soprannaturalmente bello, ha un segreto (e qui Frale non inventa nulla ma recupera, ricostruisce, congettura solidamente) che potrebbe spiegare la sua folle, rancorosa, corsa alla distruzione dei Templari.

La verità arriverà tra le guglie di Notre Dame a picco sui tetti che nascondono la Senna, non dalle sue viscere. Sarà il dono di un'altra civiltà, una verità pronta a scrivere un finale diverso. Quello della luce. Vinceranno, al momento, le tenebre. Ma la Storia continua a scrivere. Un altro finale è possibile.

Fonte: Il Mattino 04/01/2018


04/01/2018

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