E in una sola notte il signor Kroc creò il fast food


Fonte: Sette (Corriere della Sera)
A cura di: Diego Gabutti


All`inizio ci sono due fratelli e un drive in a San Bernardino, California. È il 1954, l`anno in cui Ernest Hemingway vince il Nobel, i francesi sono sconfitti a Dien Bien Phu dal generale nordvietnamita Slò Nguyén Giap e Marilyn Monroe sposa Joe Di Maggio. Ex gestori di sale cinematografiche, ex ristoratori tradizionali, Dick e "Moe" McDonald hanno aperto il loro locale, il McDonald`s, una quindicina d`anni prima, in piena Guerra mondiale. Al McDonald`s di San Bernardino si servono esclusivamente hamburger, patatine e frappè. Cuochi e inservienti vestiti di bianco, un`inconsueta (per l`epoca, e non solo per quella) attenzione alla pulizia e all`igiene, niente posti a sedere, servizio rapidissimo, qualità del cibo molto sopra la media, prezzi bassissimi. È un grande successo, al punto che un piazzista cinquantaduenne di Chicago, tale Ray Kroc, decide di fare un salto in California per capire che caspita se ne faccia un solo drive in di «ben otto» Multimixer, il «frullatore a sei fruste per frappè» di cui è il rappresentante. Quel che vede lo lascia di sasso: code d`automobilisti in attesa del sacchetto con l`hamburger e le patatine, un frappè particolarmente denso e ghiacciato, e il locale più lindo e pinto di tutti gli Stati Uniti. Ottimo l`hamburger a 15 centesimi, pensa Kroc; bene anche «mezzo litro di frappè a 20 centesimi»; ma semplicemente eccezionali le patatine fritte, che di solito, negli altri locali, diventano subito mollicce e poltigliose, mentre quelle dei fratelli McDonald, che costano «10 cents ogni porzione da 80 grammi», sono sempre perfettamente asciutte e croccanti.
Sulla testa di Kroc, come nelle storie d`Archimede Pitagorico, s`accende all`istante una lampadina. È in affari da decenni: ha battuto le strade americane per lungo e per largo vendendo bicchieri di carta, frullatori a sei fruste e altro materiale per la ristorazione, e un locale così non l`aveva mai visto. «Quella notte, nella mia stanza di motel» - avrebbe poi scritto nella sua autobiografia postuma, tradotta in questi giorni da Newton Compton - «mi sfilarono nel cervello visioni di ristoranti McDonald a tutti gli incroci del Paese. In ognuno di essi, c`erano otto Multimixer in funzione che portavano un flusso costante di denaro nelle mie tasche. Il mattino successivo» Kroc si sveglia «con un piano d`azione in testa». Prende da parte "Moe" e Dick McDonald, che personalmente non hanno molta voglia d`impegnarsi, e suggerisce loro di trasformare McDonald`s in una catena di locali in franchising. Si prende - spiega - il modello originario, il drive in di San Bernardino, California, e lo si esporta in giro per gli States esattamente riprodotto in ogni particolare, dai colori gialli e rossi dell`arredo all`inimitabile croccantezza delle patatine, dal lindore dell`ambiente all`esatta percentuale di grassi nella carne macinata dell`hamburger. Sono stato dappertutto, dice Kroc ai due fratelli, conosco le cucine di non so quanti ristoranti e drive in di tutto il Paese, «e non ho mai visto niente col potenziale di questo posto». Vi serve un socio? Eccomi qua. Kroc, nel 1954, non è più un giovanotto, ma l`amore per il business lo mantiene giovane. È stato autista d`ambulanze durante la Grande guerra (tra i suoi commilitoni, Walt Disney). Si è sposato a vent`anni, nel 1922; due anni dopo, è nata Marilyn, la sua unica figlia. Per arrotondare, nei primi anni, suona il pianoforte nelle orchestre che s`esibiscono nei night club e nelle stazioni radio. È un venditore di talento, simpatico, convincente come il demonio, dotato di senso dell`umorismo, ma non è particolarmente ricco quando, nel 1955, non vicinissimo ma vicino all`età della pensione, comincia a piazzare le prime licenze per l`apertura di McDonald`s in franchising. Per anni - a dispetto d`un crescente volume d`affari e d`incassi altissimi nei singoli locali - la società di cui è presidente non farà profitti. Ma Kroc tiene duro. Parabola vivente del libero mercato, spirito del capitalismo in una persona sola, il creatore del fast food s`indebita, viene intortato da gente di cui si fida troppo, liquida i McDonald Brothers con un paio di milioni di dollari e il marchio diventa soltanto suo, quota la società in Borsa e diventa finalmente fantastiliardario in dollari, litiga col suo collaboratore più stretto, divorzia e si risposa, poi divorzia di nuovo e sì risposa un`altra volta. Tra una cosa e l`altra, mentre gli Stati Uniti e il mondo si riempiono di McDonald`s, Kroc aggiunge al menù originario il panino Filet-O-Fish a base di pesce, il BigMac, il McMuffin, la Hot Apple Pie. Ogni nuova entrée nel menu originario è una rivoluzione. Ma la rivoluzione, naturalmente, è il fast food in sé. Non sono stati i Ray Kroc a inventarlo; i Ray Kroc sono stati i primi a capire che cosa stava capitando. È cambiata l`organizzazione domestica, le donne lavorano, consumare pasti in famiglia è diventato un lusso, si mangia in fretta, senza orario, spesso per strada e camminando di buon passo. McDonald`s sta alla rivoluzione del fast food come la pillola anticoncezionale alla sex revolution: non cambia le cose, ma è lì quando le cose cambiano. Un classico del radica` chic è l`odio ideologico per le multinazionali del fast food. Racconta Kroc nella sua autobiografia che in un solo caso un locale è stato rifiutato dalla comunità: «Nell`elegante Lexington Avenue di New York abbiamo fatto marcia indietro. Gli aristocratici residenti del quartiere pensavano che McDonald`s non fosse un`azienda di buon gusto, elegante e socialmente edificante. Ci è costato parecchio, ma non vogliamo aprire un locale dove non ci vogliono». Ray Kroc è morto nel 1984, a 82 anni. Lascia migliaia di locali con i due archi gialli e un`autobiografia postuma. Dall`autobiografia il regista John Lee Hancock ha tratto il suo nuovo film, The Founder, con Michael Keaton (un paio d`anni fa aveva dedicato Saving Mr. Banks, con Tom Hanks, all`antico commilitone di Kroc, Walt Disney).
 


27/01/2017