Davide Cossu - Il castello delle congiure


LA FERRARA DEL '400 NEL GIALLO DI COSSU 

«SONO CRESCIUTO COI LIBRI DI BASSANI»

Il romanzo L'autore cagliaritano presenta "Il castello delle congiure" 

Nicola Vallese su La Nuova Ferrara 

 

Ferrara Intrighi politici e macchinazioni nel nuovo libro di Davide Cossu dal titolo "Il castello delle congiure" (Newton Compton Editori) con il lettore che sarà trasportato nella Ferrara del 1442. Proprio lì, nella corte del marchese Leonello d'Este, giunge Leon Battista Alberti invitato dall'amico affinché faccia da giudice ad un concorso: il vincitore potrà realizzare un monumento in onore di Niccolò III, padre di Leonello. Ma Alberti non è in città solamente per questo motivo: vi sono loschi giochi di potere che l'architetto (anche se sarebbe più giusto definirlo tuttologo) rinascimentale dovrà svelare cercando di salvare la casata stessa degli Este da una grande minaccia che grava su di loro.


Il sequel Seguito naturale del precedente romanzo, "Il quinto sigillo", Cossu, col suo thriller storico, continua a seguire le orme e le imprese di Leon Battista Alberti che diviene un vero e proprio detective ante litteram. «L'amore per il protagonista – spiega l'autore – nasce dalla fascinazione per un personaggio che era non solo un artista ma un teorico che ha navigato ogni ramo dello scibile. Era una di quelle figure tipiche della sua epoca che era consapevole di poter giungere alla conoscenza specializzandosi in molti campi. All'epoca, per essere considerati sapienti, bisognava sapere un po' di tutto». Altro punto a favore è la contraddizione che lo distingueva: «Noi lo consideriamo l'uomo tipico del Rinascimento con la fede nel progresso, il recupero dei classici e dell'antichità, della possibilità dell'uomo di forgiare il mondo. Ma studiando le sue opere possiamo anche trovare una sorta di scetticismo sulla capacità umana di proseguire verso il bene. Questo è l'elemento che lo rende veramente moderno e interessante». Curiosità, acume, intelligenza, interessi in svariati campi e il non fermarsi alle apparenze hanno reso Alberti l'investigatore perfetto per questo giallo storico che, tra finzione e realtà, racconterà al lettore fatti tragici e divertenti avvenuti nella città estense secoli fa. Senza contare il fatto che l'umanista era naturalmente portato a viaggiare, conoscere e fare nuove esperienze visitando così vari luoghi dell'Italia del 1400. «Proprio in quel periodo nasce la politica per come la definiamo oggi – spiega l'autore sardo – dovremo aspettare poco meno di un secolo per avere Machiavelli che fa intendere, perché non l'ha mai detto, che il fine giustifica i mezzi. È nel Quattrocento che viene forgiata questa mentalità». [...]

 


06/03/2024