Artemisia, l'artista che spinge le donne a credere in se stesse


Il romanzo "Eredità Caravaggio" rende giustizia a una donna che non volle rinunciare al suo talento

di Annalisa Stancanelli


 E appena uscito in libreria "Eredità Caravaggio" (Newton Compton), l'ultimo romanzo della scrittrice Alex Connor. Questa volta l'autrice inglese racconta la storia della pittrice Artemisia Gentileschi, che lottò per affermare la sua arte in un mondo di uomini. La Connor, ci confessa, sta di nuovo scrivendo su un pittore italiano.

Signora Connor, come mai sceglie di raccontare Artemisia Gentileschi dopo tre romanzi su Caravaggio?
«È stata una naturale conseguenza. Secondo me Artemisia è la vera erede di Caravaggio e ho voluto darle l'importanza che merita. Dopotutto lei conosceva Caravaggio - che era un amico molto intimo di suo padre - e fu influenzata da quello che vide e dall'uomo stesso. Non credo che fossero caratteri simili ma avevano la stessa ambizione e coraggio che cementò il loro legame. Inoltre, ho scritto su Artemisia perché è stata trascurata per molto tempo e relegata alla fine dei cataloghi, collocata dopo i pittori maschi e, peggio ancora, la sua storia è diventata molto più importante del suo lavoro. Che disastro per una vera pittrice essere ricordata per essere una vittima di stupro e chiamata "whore", qualcosa di cui lei ha risentito amaramente. Ma questa era la vita nel diciassettesimo secolo in Italia, poche donne erano pittrici e certo non si aspettavano di mantenersi con questo lavoro. Caravaggio era un uomo, poteva affrontare duelli, rivalità e la vita estenuante nelle strade dei quartieri degli artisti. Le donne che vivevano lì - tranne per le donne di famiglie di pittori - erano prostitute, ladre o mendicanti. Così, quando a diciassette anni Artemisia, istigata dal padre Orazio, denunciò il suo stupro (da parte di Tassi, amico del padre, pittore che doveva insegnarle a dipingere) portandolo in tribunale, ci fu uno scandalo. Per sette mesi fu osservata, sottoposta a visite ginecologiche, torturata. Il suo stupratore alla fine fu dichiarato colpevole. Questo esonerò Artemisia? No, fu indicata come "cagna, prostituta" e Tassi fu perdonato dal Papa. Dopo questa ingiustizia, la giovane aveva due scelte : diventare suora e vivere in ritiro o combattere per il suo diritto di diventare pittrice e far emergere la promessa che Caravaggio aveva visto in lei. Sappiamo quale percorso Artemisia ha scelto ed è questo quello che mi ha condotto a scrivere di lei». 

Qual è il messaggio del capolavoro di Artemisia Gentileschi?
«Il quadro più famoso della Gentileschi è "Giuditta che decapita Oloferne" (1612-3), dipinto quando aveva 19 anni mentre il ricordo del processo era ancora relativamente fresco. E così naturalmente le persone vedono in questo quadro la vendetta verso il suo stupratore, Tassi. Lei stava facendo nel quadro quello che non poteva nella vita; prendersi la rivincita detenendo il potere e distruggendo l'uomo che le aveva usato violenza. Questa è la normale credenza, ma io ne dubito. Certamente può essere vero in parte, ma Artemisia era una donna intelligente abituata agli uomini. Sua madre morì quando aveva dodici anni e lei crebbe con i suoi fratelli maggiori invidiosi e suo padre, perfido e insensibile, Orazio. Vivendo nel quartiere degli artisti, lei aveva visto il modo in cui le donne erano trattate e come professionalmente il loro destino fosse stato segnato in precedenza. Ma emotivamente? Artemisia vedeva le donne battute per adulterio e le prostitute punite nelle galere ma vedeva anche donne intelligenti prosperare usando la loro bellezza e ingegno». 

Cosa può dire Artemisia con la sua storia alle donne di oggi?
«Combatti per quello in cui credi sia il tuo destino, "play a long game". Cosa voglio dire in questo modo? Se tu credi in te stesso e nelle tue abilità, stai sicuro che ciò che credi si concretizzerà. Non permettere che le persone ti allontanino dal tuo destino. Il rifiuto è parte di ogni grande conquista e per le donne in particolare - dove la rivalità e il pregiudizio spesso possono sembrare insormontabili - è vitale ascoltare la propria voce interiore. Le donne sono state oppresse per secoli; il loro talento continuamente sminuito, ma noi possiamo solo fallire quando dubitiamo di noi stesse. Se restiamo concentrate, coraggiose e risolute, nessuno può impedire che il talento venga riconosciuto anche se per alcune, questo successo viene differito, minacciato o appare impossibile. I semi del trionfo hanno bisogno di essere nutriti dentro di noi. Siamo donne, e dobbiamo imparare a prenderci cura dei nostri sogni come ci prendiamo cura delle nostre famiglie, dei bambini e di noi stesse ! Questo è il messaggio di Artemisia!».

Fonte: La Sicilia 19/11/2018


19/11/2018

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