Artemisia Gentileschi e "l'effetto Lazzaro" su "Santa Caterina"


ARTE. Nel dipinto custodito agli Uffizi dell'artista del Seicento, è stato scoperto un altro lavoro: una precedente versione, molto differente dalla prima, che apre scenari sulle scelte dell'epoca 

di Alex Connor

Qualche anno fa ho scritto di un fenomeno che ho chiamato "effetto Lazzaro". Avendo fatto un gran numero di ricerche, ho scoperto molti esempi di quadri che sono stati usati come base per altri dipinti e che hanno rivelato solo centinaia di anni dopo l'impietosa e prematura tumulazione. Rembrandt, Goya, Tiziano, Caravaggio e Artemisia Gentileschi: tutti hanno ridipinto qualche pezzetto dei loro stessi quadri. C'è persino un termine tecnico per indicare quest'abitudine, "pentimento". Il tempo ha fatto il resto, assottigliando la superficie del quadro e rendendo di nuovo visibile l'immagine sottostante.

GLI AMMIRATORI di Artemisia Gentileschi sono elettrizzati. La scoperta di un'immagine nascosta che fa capolino sotto Santa Caterina d'Alessandria, il dipinto custodito agli Uffizi, è stupefacente. Complimenti ai restauratori, Maria Luisa Reginella e Roberto Bellucci, che hanno lavorato sotto la supervisione di Cecilia Frosinini, utilizzando una tecnica di analisi ai raggi infrarossi, ultravioletti e X non invasiva e rivelato così il disegno sottostante. Grazie a loro, abbiamo la possibilità di ammirare non una ma ben tre creazioni di Artemisia. Da sotto il dipinto degli Uffizi è stata esumata una precedente versione della santa, che indossa un turbante e ha lo sguardo rivolto verso lo spettatore. Per una serie di ragioni, a quanto pare, Artemisia cambiò idea - così come l'inclinazione del capo di santa Caterina - e così nella versione definitiva la donna guarda pensierosa verso il cielo e indossa una corona, che forse fu aggiunta in onore della famiglia Medici, poiché la figlia di Ferdinando, Caterina, in quegli anni era stata offerta, senza successo, in moglie al principe di Galles.

La galleria degli Uffizi adesso possiede quindi due versioni di santa Caterina e anche qualcosa di ancor più curioso: un'immagine del tutto inattesa che è emersa alla sinistra del volto della santa. Una cosa è evidente: Artemisia ha cambiato idea, ma non tela. La ragione è semplice: le tele costavano molto e quindi spesso venivano riutilizzate o ridipinte. A volte un pittore era persino costretto a lavorare su una tela che era già stata usata, e scartata, da un altro artista. La competizione era incredibile: nel sedicesimo secolo a Roma vivevano 100.000 persone, di cui 10.000 erano artisti. Ottenere una commissione era arduo e aristocrazia e nobiltà dettavano le mode. La sopravvivenza stessa del pittore dipendeva dalla sua abilità ad assecondarle.

QUINDI POTREBBE essere successo che colui che commissionò ad Artemisia la Santa Caterina d'Alessandria abbia richiesto delle modifiche. Di certo i tratti della Caterina originaria assomigliavano molto a quelli della stessa Artemisia. Come sappiamo, la pittrice usava spesso il suo volto come modello, ma è possibile che in questo caso il committente abbia richiesto dei lineamenti diversi. Forse quelli di Caterina de' Medici? Poco ma sicuro, Artemisia non avrebbe usato un'altra tela per fare quelle modifiche. Ne consegue un'altra riflessione: la versione custodita alla National Gallery fu dipinta all'incirca tra il 1615 e il 1617, quindi forse Artemisia ne aveva fatta una copia - i pittori si copiavano spesso da soli - e nel 1619 la adattò per venire incontro ai gusti del nuovo committente. Io ho un'altra teoria. Artemisia Gentileschi, astuta donna d'affari, era diventata famosa perché raffigurava personaggi femminili dal carattere forte, approfittando del proprio scandaloso passato per distinguersi dai rivali maschi. Tenere nascosta l'ignominia dello stupro era inutile, quindi lei decise di trarne vantaggio. Consapevole della sensualità della sua opera e della sua immagine, Artemisia stuzzicava i committenti, dipingendo femmine dominatrici. Pensate a Giuditta e Oloferne, alle braccia possenti dell'eroina, al suo collo taurino, alla forza bruta che trasmette. Le sue donne sono coraggiose, decise, travolgenti. 

Possibile che la santa Caterina originaria fosse troppo aggressiva per essere una santa? Il suo seno è pieno, formoso, sensuale, il suo sguardo sfida lo spettatore, lo provoca, e quindi forse - considerando che si tratta di una figura religiosa - la sua immagine, troppo provocante, venne rifiutata. Stessa cosa vale per il volto fantasma alla sinistra della santa. È troppo piccolo per essere considerato parte del ritratto, probabilmente si tratta di un progetto scartato, la cui tela è stata riutilizzata. Un altro esempio di "effetto Lazzaro". Forse un giorno avremo le risorse scientifiche necessarie a indagare tutti i "danni collaterali" che si celano sotto ogni quadro. Possiamo solo chiederci cosa mai scopriremmo. L'ultima riflessione, ovviamente, va fatta su Artemisia. Osservate il monumentale dipinto Ester e Assuero, lo spazio "drammatico" che c'è tra i due personaggi, e ricordatevi la storia di Santa Caterina. Quello spazio non è sempre stato vuoto. Sotto il dipinto c'è un ragazzo e un cane fantasma, che aspettano solo di essere riportati alla luce...

Traduzione di Clara Serretta

Fonte: Il Fatto quotidiano 17/03/2019


17/03/2019

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