L’orrore nel parco giochi e una detective con poco tatto
Con “La mossa dell’assassino” torna Angela Marsons, la regina britannica del giallo: nella sua nuova avventura la poliziotta Kim Stone deve affrontare un serial killer, tra legami terribili e bambini prodigio
Manuela Sasso su Diva e Donna
Che quel parco giochi per bambini potesse diventare il teatro di un orribile delitto nessuno poteva aspettarselo. O forse qualcuno sì: la detective Kim Stone che in vita sua ne ha viste tante. Ma in quella sera di tarda estate, la protagonista di La mossa dell'assassino (Newton Compton, € 9,90), ultimo libro di Angela Marsons - la "regina del giallo" con oltre 5 milioni di copie vendute nel mondo -, ad Haden Hill Park si trova davanti al cadavere di una donna legata con del filo spinato a un'altalena e con una "x" incisa nella parte posteriore del collo. Chi è la vittima? Si chiamava Beiinda Evans, ed era una professoressa universitaria di Psicologia infantile ormai in pensione, legata da un rapporto molto complesso alla sorella Veronica. Ma Stone amplia le indagini quando, di fronte ad altre due morti violente, capisce di dover affrontare un serial killer.
Da dove nascono le idee per i suoi libri?
«Le mie idee nascono sempre da un argomento o da un tema che mi interessa o mi incuriosisce. Adoro fare ricerche per i libri, quindi deve essere un argomento di cui piacerebbe leggere anche a me. A volte nascono da un notiziario o da un programma televisivo o talvolta semplicemente dall'ascolto di una conversazione. Una volta che ho un'idea la scrivo in un diario finché non arriva il momento in cui voglio esplorarla ulteriormente».
Chi è Kim Stone e di quale tema si occupa in questo libro?
«Kim Stone è una donna molto motivata e appassionata. Combatte sempre per i più deboli e crede con tutto il cuore nella giustizia. Non è una donna facile da amare perché non sopporta facilmente gli sciocchi e spesso è priva di abilità sociali. In questo libro ha a che fare con bambini geni e individui dotati, oltre a esplorare i diversi tipi di genitorialità e l'impatto che possono avere sui bambini più avanti nella vita».
Cosa prova ogni volta che uno dei suoi libri si rivela un successo?
«Mi sento assolutamente grata. Tutto quello che ho sempre desiderato fare era condividere le mie storie e provo gratitudine nei confronti delle persone che hanno preso Kim Stone nei loro cuori e continuano a seguire il suo viaggio».
In questo romanzo Kim affronta un serial killer. Da scrittrice, come si entra nella testa di un omicida seriale?
«Devo capire perché l'assassino sta facendo quello che sta facendo. Devo cercare di provare lo stesso livello di emozione in modo da comprendere perché ricorra a un'azione così drastica per raggiungere il suo obiettivo».
Ora è una scrittrice di successo. C'è stato un momento nella sua carriera in cui ha pensato: "Non ce la farò mai?"
«Ci sono state molte volte in cui avrei voluto rinunciare a pubblicare e a condividere le mie storie e a volte mi sono persino disamorata delle parole. Quei tempi sono stati duri ma d'altra parte non mi sono mai sentita veramente me stessa se non quando pensavo a trame e personaggi».
Cosa l'ha convinta a perseverare?
«Anche dopo una pausa dalla scrittura mi ritrovavo sempre a desiderare di fare qualcosa, di creare frasi che formassero una storia. Sono stata convinta a perseverare anche dalla mia compagna Julie, che non ha mai perso la fiducia che un giorno avrei avuto successo. Sono stata felice di averla ascoltata e di aver continuato a prendere in mano la penna anche se non ne avevo voglia».
21/08/2024