A Ostia arrivano «Quelli cattivi» Il patto fra mala e terroristi neri


L'ultimo romanzo di Massimo Lugli e Antonio Del Greco sulla criminalità del litorale

di Maurizio Gallo


Omar è uno spietato terrorista nero, capo di un'organizzazione rivoluzionaria clandestina. Pietro un coattissimo boss della mala di Ostia, che se ne fotte della politica e dei sogni di palingenesi di destra e sinistra e pippa cocaina come un'aspirapolvere. Le loro strade parallele si uniscono solo una volta e per un solo motivo: un colpo da 40 miliardi di lire nel caveau di una banca spagnola. Sì, lire, perché quella raccontata nell'ultima fatica di Massimo Lugli e Antonio Del Greco («Quelli Cattivi»; Newton Compton Ed.; pag. 520; 9,90 euro) è una storia ambientata a metà degli Ottanta. Anni in cui il piombo ancora sibilava lungo le strade della Capitale, per motivi politici e di pura criminalità che, in alcuni casi, come per la Banda della Magliana, avevano lati convergenti.

Omar Gentile propone a Pietro Salis, detto «er Cattivo», una rapina miliardaria, che il secondo organizza con tanto di «cassettari» specializzati nel settore. Sullo sfondo il quartiere balneare della città eterna, dove regnano tre famiglie malavitose che si dividono estorsioni, usura e droga. «Una Trimurti che regna sovrana in un incessante, ondivago altalenarsi di prove di forza, aree di competenza da tracciare, business da spartire, piccoli e grandi sgarbi, momenti di tensione e riconciliazioni più o meno forzate. Un magma in evoluziione perenne che ribolle come lava», scrivono i due autori, il primo ex «nerista» di grande esperienza, il secondo ex poliziotto che ha indagato sui casi più scottanti del passato. Lo «storico» gruppo di Salis, quello più forte, è isolato dalle famiglie dei Frisciotti, Triolli e Daga, neologismi ironici che nascondono i veri cognomi dei «re» di Ostia. E il suo arresto cambierà gli equilibri criminali, provocando una nuova guerra tra bande. Ma il lungo romanzo, ricco di continui colpi di scena, si concentra sui rapporti fra l'organizzazione neofascista e la gang del Cattivo, che si divideranno il bottino spagnolo non senza tragici strascichi, in parte anticipati nella premessa (la morte di Salis) e, in parte, lasciati alla sorpresa finale. Anche se in forma di fiction, il lavoro di Lugli e Del Greco offre un panorama ancora attuale della malavita di Ostia, oggi sotto i riflettori dei media. Scandaglia l'attività investigativa dell'epoca e i rapporti fra giornalisti e investigatori grazie alla felice sinergia fra un poliziotto e un cronista d'altri tempi. Per chi ha vissuto quegli anni scatta immediato il confronto con la situazione attuale. E il rimpianto per un mondo nel quale informazione e indagini potevano andare a braccetto nel rispetto dei reciproci interessi. Un mondo che, nell'oggi di «uno vale uno», sembra lontano anni luce. 

Fonte: Il Tempo 04/03/2019


04/03/2019

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