Bram Stoker


nacque a Dublino nel 1847 e vi morì nel 1912. Oltre a Dracula, universalmente considerato il suo capolavoro, scrisse numerosi altri racconti e romanzi, tra cui vanno almeno ricordati Il mistero del mare (1902), La dama del sudario (1906) e La tana del Verme Bianco (1911).

In questi quattro racconti, una vera gemma per gli amatori del genere e che Stephen King definì «assolutamente magnifici», Bram Stoker si conferma un abilissimo manipolatore di trame e un grande creatore di macabre atmosfere, immergendo il lettore in un mondo da incubo popolato da lupi dai canini affilati come coltelli (L’ospite di Dracula), gatti sanguinari (La squaw), vagabondi assassini (Il funerale dei topi), fantasmi persecutori animati da una nuova vita perversa (La Casa del Giudice). L’ospite di Dracula, tra l’altro, rivela al lettore un sorprendente «antefatto», delizioso a leggersi con il «senno di poi», che l’autore stralciò dal romanzo e che, letto oggi, acquista un sapore tutto particolare.

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Introduzione di Riccardo Reim
Cura e traduzione di Paola Faini
Edizione integrale


Accompagnato da ininterrotta fortuna, riconfermata dal successo del film di Francis Ford Coppola, Dracula di Bram Stoker è l’ultimo grande romanzo gotico e al tempo stesso, forse, il più famoso: spettrale, altero, spietato e sottilmente erotico, il pallido Conte (il cui nome è ormai sinonimo di vampiro) appartiene a quei pochi personaggi che entrano a far parte dell’immaginario collettivo, impongono un genere, divengono un simbolo. «Una figura», notava Thomas Wolf, «che costringe a confrontarci con misteri primordiali: la morte, il sangue, l’amore e i loro reciproci legami», cosicché «il risultato cui Stoker perviene è questo: ci fa comprendere,...